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Uomini e donne a confronto: perché i calciatori sono maestri nel melodramma
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Articolo di Redazione
5 luglio 2011 19:02
 
Le donne, sesso debole? Di sicuro non nel calcio. Sono state analizzate decine di partite del campionato tedesco e dei mondiali, ed è risultato che dopo un fallo le calciatrici si rimettono in piedi molto prima e fanno meno scene dei loro colleghi maschi.

Appena sfiorato. Eppure l'attaccante in piena corsa, si tuffa come da un trampolino, cade, gira almeno tre volte sul proprio asse, fa una smorfia, e con il braccio alzato chiede soccorso.
Scene come questa sono all'ordine del giorno nel calcio. O, per essere più precisi, nel calcio maschile. Studiosi della Technische Universitaet di Monaco di Baviera hanno esaminato decine di partite maschili e femminili, ed è emerso che le donne hanno un comportamento molto meno teatrale.
Esperti di allenamento e informatici dello sport, guidati da Martin Lames, hanno esaminato 56 partite: 16 incontri del campionato maschile della FC Bayern Muenchen e 8 della squadra femminile della Turbine Potsdam, tutte nella stagione 2009/2010. Oltre alle finali dei mondiali maschili del 2006 e 2010.
L'attenzione si è concentrata soprattuto sulle partite del campionato in quanto più facilmente comparabili -sia donne che uomini sono considerati campioni nazionali. "Ciò significa che le partite si svolgono a un livello superiore", spiega Lames. Invece nei mondiali i falli e il gioco fermo sono più frequenti.

Le donne si rimettono in piedi più in fretta
La valutazione del luogo, del tempo e della durata delle interruzioni del gioco ha messo in luce, innanzitutto, che il pallone sta più fermo di quanto rotoli sul terreno. In media, solo il 62% del tempo è gioco effettivo, in certi incontri gli stop si mangiano oltre la metà della partita. Sotto questo aspetto i ricercatori non hanno notato grandi differenze tra incontri maschili e femminili. In quelli femminili le pause sono più frequenti -circa 140 a partita; in compenso il gioco riprende quasi sempre molto prima. In quelli maschili il gioco viene interrotto in media 110 volte, ma ogni pausa dura molto di più, notano i ricercatori. E il giubilo per il gol segnato dura circa 45 secondi, quasi 10 in più rispetto al calcio femminile. La differenza maggiore concerne le interruzioni per incidenti: se un uomo finisce a terra, vi rimane 30 secondi più di una donna.
"In generale, queste differenze possono indicare che nei maschi l'idea della messa in scena sia molto più accentuata", dice Lames. Per le donne "il gioco ha evidentemente la priorità". L'attitudine a spettacolarizzare e a inscenare proteste veementi sono di dominio maschile. "Il motivo potrebbe essere che le partite degli uomini hanno più spettatori e un impatto mediatico maggiore", ipotizza Lames.

Adeguamento allo stile di gioco internazionale
Si potrebbe obiettare che l'analisi sia condizionata dal fatto che le partite si sono svolte in Germania. Altrove, si sente dire, ci sono costumi più severi -per esempio in Inghilterra, dove chi fa il commediante è visto male.
Ma Lames condivide poco questa tesi. "Lo sdegno per questo tipo d'atteggiamento è rimasto solo in una parte del pubblico inglese". Anche sull'Isola si è imposta la teatralità, soprattutto la simulazione di falli gravi. Ciò dipende anche dal frequente scambio di giocatori a livello europeo. "L'Inghilterra da tempo non pratica più un proprio calcio isolano". C'è uno stile di gioco ormai internazionale. "Manchester e Barcelona sono divenuti più simili di Bayern Monaco e Norimberga".
Resta da chiedersi: a che pro tutto questo? Che senso ha simulare incidenti o tormentare l'arbitro con presunti decisioni sbagliate con una gestualità degna del palcoscenico? Nessuno, dicono i ricercatori. "Di per sé è la cosa più insensata che si possa fare", sostiene Lames. "In questo modo si rischiano solo inutili cartellini gialli".
A volte si pensa che esercitando pressione sull'arbitro, nella successiva situazione dubbia questi sarà più portato a fare una concessione. "Ma è una speranza non dimostrata", così Lames. I giocatori professionisti sostengono che l'arbitro non fischierebbe un fallo se non simulassero una caduta. Ma secondo Lames, non è affatto provato. Il motivo principale è che si tratta di un comportamento diffuso e i giocatori pensano che sia esattamente ciò che ci si aspetta da loro.

Perché i giocatori sputano?
L'équipe di Lames si è cimentata anche con altre singolarità del calcio maschile. Come la circostanza che pare non possa esserci un calciatore professionista in grado di trattenere la saliva per più di un paio di minuti. "Sputare è divenuto un rituale di fronte a ogni possibilità di fare gol". Nulla di scientifico, è solo che lo fanno tutti. In altre discipline ci sono grandi prestazioni senza la prova sputo. Vista mai una cosa simile nel gioco del golf? No. E nemmeno è in uso tra le calciatrici.
Lo stesso dicasi per altre brutte abitudini, che nel calcio maschile sono divenute ovvie -come quella che i maschi "adottano la durata dell'interruzione quale mezzo tattico", dice il laureando Malte Siegle. L'analisi del gioco ha dimostrato -e non è una sorpresa- che i giocatori cercano di prolungare le interruzioni soprattutto quando sono in vantaggio. "Un comportamento che non riscontriamo affatto nelle donne", conclude Siegle.

(articolo di Markus Becker per Der Spiegel del 01-07-2011. Traduzione di Rosa a Marca)
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