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Usa. Boston. Dal 1975 sono 75 i poliziotti positivi alle droghe
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Articolo di Katia Moscano
1 agosto 2006 16:55
 
Da quando la polizia di Boston impone i test antidroghe ai propri dipendenti, 75 sono risultati positivi, e 26 hanno fallito anche il secondo esame e sono stati licenziati. Altri 20, invece, si sono dimessi non sopportando quei continui controlli.
Dei 75: 61 sono risultati positivi alla cocaina, 14 alla marijuana, 2 all'ecstasy e uno all'eroina. Alcuni poliziotti sono risultati positivi a piu' droghe contemporaneamente. Il 57% erano afro-americani
I poliziotti sono testati, secondo gli standard adottati dalle leggi federali, per cocaina, eroina, amfetamine e marijuana, ma ulteriori esami, per altre droghe, possono essere eseguiti se ritenuti necessari.
Responsabili del Dipartimento di polizia si sono dichiarati allarmati dalla positivita' di alcuni agenti alle droghe pesanti, mettendo in discussione la politica interna del Dipartimento che permette che questi rimangano in servizio. Politica che prevede che solo al secondo test positivo il soggetto sia licenziato.
"Sembra che sia un problema cronico" ha dichiarato Darnell A. Williams, presidente della Urban League of Eastern Massachusetts (organizzazione che si occupa dei diritti degli afro-americani). "Affrontiamo il problema delle armi e delle droghe nella strada, ma ne esiste uno anche all'interno del nostro Dipartimento, dove molte persone sono risultate positive, specialmente alla cocaina".
Diversamente da Boston, il Dipartimento di New York licenzia al primo test fallito.
Eugene O'Donnell, ex poliziotto di New York e ora professore di Giustizia criminale al John Jay College, ritiene che l'alto numero di agenti positivi registrati a Boston sia causato proprio dalla politica adottata. "Nel corpo di polizia di New York si registrano pochi casi, proprio per la politica di tolleranza zero adottata".
Nel Dipartimento di Los Angeles, che impiega 9.354 uomini, nei test casuali alle urine eseguiti dal marzo 2000, su tremila poliziotti solo 14 sono risultati positivi.
Il portavoce dell'agenzia federale "Substance Abuse and Mental Health Services Administration" ha dichiarato che dei 150 mila dipendenti federali sottoposti nel 2004 a test antidroghe, lo 0,4% e' risultato positivo.
A Boston, i candidati sono sottoposti ai test prima di diventare poliziotti, nuovamente nel periodo di prova e poi annualmente (30 giorni prima della data del compleanno). Lo sono, inoltre, se promossi o assegnati a sezioni speciali, come l'antinarcotici o contro il crimine organizzato. Se positivi, ricevono 45 giorni di sospensione non pagati, e cure disintossicanti e, dal ritorno in servizio, sono sottoposti ad ulteriori test nei seguenti tre anni.
Los Angeles esegue i test sulle urine, e New York e Boston analizzano i capelli.
Mark A. de Bernardo, avvocato del lavoro e direttore esecutivo dell'Institute for a Drug-Free Workplace si e' dichiarato sorpreso dal numero dei consumatori di cocaina tra i poliziotti di Boston, aggiungendo che nonostante non ci sia, a livello federale, una raccolta dei dati precisa, e' inusuale che sia alto il consumo di cocaina tra le forze dell'ordine. "In un ordinario test antidroghe, il numero dei positivi alla marijuana e' mediamente tre, quattro, cinque volte maggiore dei positivi alla cocaina, e i risultati di Boston sono allarmanti. Io considero tossicodipendente una persona che fallisce il test, nonostante sappia quando questo verra' eseguito (30 giorni prima della data di compleanno)".
L'avvocato ha aggiunto che offrendo ai poliziotti una seconda chance, ci si allontana dagli standard di sicurezza imposti a tutti i lavoratori in posti di pubblica sicurezza.
Ma Williams, responsabile della Urban League, e' d'accordo sull'offerta di una seconda possibilita', basandosi anche sui risultati che mostrano che solo un terzo dei positivi al primo test, ha poi fallito il successivo.
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