testata ADUC
Usa. Detenzioni record
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Alessandro Garzi
8 gennaio 2002 19:23
 

Per approfondimenti:

11 maggio 2001: Usa: politica sulle droghe "disastrosa"

24 agosto 2001: Numeri dagli Usa

24 agosto 2001: New York. Il grande business della detenzione

3 settembre 2001: Usa. Quanto costa "metterli tutti dentro"?

28 settembre 2001: Usa. War on drugs: misfatto bianco

28 settembre 2001: Usa. Gli eroinomani "antiamericani"

9 ottobre 2001: Usa. Rapporto sul consumo di droghe

21 dicembre 2002: Usa. Monitoring the Future: giovani vittime di una guerra persa

2 gennaio 2002: Usa. Tribunali speciali: la War on Drugs domestica


Le maggiori preoccupazioni dell'elettorato americano negli ultimi 20 anni, quelle sulle quali si sono giocate buona parte delle campagne elettorali, sono state la droga e la criminalita' comune. I politici, ovviamente, hanno fatto di tutto pur di non stemperare queste paure: "mostrarsi duro contro il crimine" e "fare la guerra alla droga", sono stati prerequisiti essenziali, e facilissimi da ottenere. Se poi il "pugno di ferro" contro i criminali va a colpire solo la criminalita' spicciola, e se si puniscono non i grandi traffici di sostanze stupefacenti, ma il semplice consumatore: fa statistica, ai media basta.
L'amministrazione del Texas all'epoca in cui il governatore era l'attuale presidente George W. Bush, per ottenere questi scopi, ha legiferato in modo tale che un texano su venti sia dietro le sbarre. "Meglio" di lui e' riuscita solo l'amministrazione di Bob Barr in Georgia, con una percentuale del 6.8%. I dati migliorano, ma non molto, sul piano nazionale: gli Stati Uniti d'America hanno il 3.1% della loro popolazione negli istituti di pena: un americano su 32; il 56% dei quali per reati connessi alla droga. Queste cifre non sono di per se' indicative se non si vanno a confrontare con il resto del mondo. Gli Stati Uniti hanno il 5% della popolazione mondiale, ma se si vanno a contare i detenuti, ben 25 su 100 stanno scontando la loro pena in un carcere a stelle e strisce.
Il numero di detenuti, in relazione alla popolazione, degli Usa, assume ancora di piu' consistenza se lo si va a confrontare con i dati europei, dove gli Usa hanno 700 detenuti per 100.000 abitanti, mentre nei Paesi europei, il dato scende sotto i 100. Guardandoci un po' intorno, possiamo tranquillamente affermare che gli europei non siano talmente circondati da criminali da dover incarcerare un numero di persone sette volte superiore!. Anzi, il dibattito politico gira spesso attorno al problema del sovraffollamento delle carceri oppure all'alto costo per sostenerle. Ma come se non bastasse, il numero assoluto di detenuti americani per droga, supera quello dei detenuti europei per tutti i reati. E l'Europa ha 100 milioni di cittadini in piu'. Ma i dati si spingono anche oltre. Prendiamo l'esempio di una dittatura moderna, la Repubblica Popolare Cinese. In Cina, ogni 100.000 abitanti, 103 sono in galera, e si deve anche considerare il "diverso approccio" (chiamiamolo cosi') delle autorita' di Pechino verso la popolazione.
Prima del fatidico 11 settembre, si era' cominciato a sviluppare, sui media e tra i politici, un po' di dibattito per rivedere le leggi in materia di stupefacenti, dato che buona parte dei detenuti per droga, non e' in questo stato per aver importato negli Usa chissa' quante tonnellate di cocaina, ma spesso per semplice possesso, in base a leggi che non lasciano la minima discrezionalita' ai giudici. Il "racial profiling", la disparita' di pena secondo la propria etnia di appartenenza, ha il suo peso, tanto che i dati del settembre scorso riportavano che nello Stato di New York il 90% dei detenuti per droga appartiene alle minoranze, soprattutto afro e ispanoamericane.
Ma, allora, si pensera', con una politica del genere, punitiva ad ogni costo, salvo riabilitazioni forzate (attenzione, non e' una cultura solo americana, ci sono anche esponenti politici di casa nostra che la propongono, con i risultati di cui sopra gia' noti a tutti...), la droga e' una cosa praticamente sconosciuta negli Stati Uniti, come uno prova ad accendersi una canna... zac! In galera! Mica ci saranno dei governanti cosi' incapaci da continuare ad imporre leggi cosi' dure, socialmente e economicamente, per non giungere a risultati.
Il dato dei 56 detenuti per droga, sui detenuti totali, prima dell'inizio della "war on drugs" interna al Paese, nel 1985 era del 16.3. Poi, in quegli anni, ci fu il grande boom del crack, diffuso guarda caso nelle comunita' nere, e allora vai con le leggi speciali!
Confrontiamo di nuovo i dati americani con i dati del Paese piu' lassista (per qualcuno) e piu' civile (per altri) in materia: i Paesi Bassi. L'uso della cannabis, praticamente legale in Olanda, e proibitissima negli Usa, vede un dato olandese al 2.5%, contro il 5% americano; la cannabis legale porta all'eroina? Bene, nell'Olanda portatrice di ogni peccato, il consumo di eroina e' allo 0.1%, negli Usa lo 0.3%. Stesso ordine per la cocaina 0.2% contro 0.7%. Per quanto riguarda l'abuso di solventi, l'ordine non cambia: Olanda 0.1%, Stati Uniti 1.1%. Tutti questi dati si riferiscono all'ultimo mese.
Ma se l'abuso di stupefacenti e' cosi' diffuso oggi, dopo una lotta ultracinquentennale alle droghe, con 40 miliardi di dollari spesi oggi, chissa' cosa doveva essere il consumo di cocaina negli Usa all'inizio del secolo, quando era legale. Bene, Non andava oltre lo 0.28%.

Pubblicato in:
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS