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 USA - USA - Usa. La Fda e i cibi di animali clonati
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Articolo di Cinzia Colosimo
11 dicembre 2003 21:22
 
Verso la meta' di novembre, la Food and Drug Administration (FDA), ha stilato un documento nel quale si garantiva la sicurezza dei cibi provenienti da animali clonati. Nel documento si dava il via libera ai consumatori per l'utilizzo di questi prodotti, in attesa dell'autorizzazione definitiva per il commercio di animali clonati.
Ad oggi pero', una commissione interna della FDA, ha rimesso in discussione quel documento e i parametri con i quali e' stato stilato, ed ha inoltre chiesto una nuova stesura del rapporto sotto controlli piu' rigidi. Infatti, non era stato pubblicato alcuno studio specifico sulle carni clonate, e l'unica indagine riguardava gli stadi di crescita delle mucche clonate.
La FDA sta affrontando numerose pressioni, affinche' scriva delle regole per la nascente industria che si occupera' degli animali clonati per l'alimentazione. Ma e' in una posizione inusuale, perche' nonostante sia la maggiore agenzia federale ad occuparsi di sicurezza del cibo, ha un "vuoto" di ricerche sulla clonazione che certo non gli giova.
"Nella maggior parte delle cose che esaminiamo per valutarne la sicurezza, i rischi possono essere tranquillamente identificati" spiega Stephen Sundlof, direttore del FDA's Center for Veterinary Medicine. "Ma per la clonazione e' diverso, perche' non siamo in grado di capire da dove possano provenire degli ipotetici rischi. Chiedere degli studi specifici quando non ci sono pericoli dai quali mettere in guardia, diventa un processo difficile. Induce a chiedersi: cosa stiamo cercando?"
La FDA ha gia' comunque preannunciato un nuovo documento, che sara' pronto in primavera, specificamente richiesto per ottenere delle risposte piu' chiare. L'accusa di fondo infatti, e' l'estrema velocita' con la quale la FDA ha giudicato "sani" i cibi di animali clonati, e non ha esitato a immetterli nella catena alimentare. I parametri di valutazione che deve utilizzare la FDA sono due: il primo consiste nel paragonare i cloni con animali nati naturalmente, seguendo il percorso del loro sviluppo ed analizzando le eventuali discordanze. Il secondo invece, piu' rigoroso, richiede test ulteriori sulla carne e il latte provenienti da cloni. Nel caso del documento di ottobre, la commissione ha notato che l'agenzia si e' focalizzata solo sul primo criterio di giudizio, tralasciando quegli esami specifici che avrebbero tolto ogni dubbio.
Joseph Mendelson, direttore legale del Center for Food Safety (un'organizzazione no-profit), proprio su questo punto, ha dichiarato: "Animale sano, uguale cibo sano. Fin qui sono d'accordo. Ma in realta' noi non sappiamo se questi animali sono sani. Potrebbero anche apparire tali, ma che dire se avessero delle differenze metaboliche dovute a qualche difetto genetico? L'agenzia non ha queste risposte". Al centro del dibattito la domanda appare cosi': quanta scienza occorre per determinare se un animale e la sua progenie sono sani per l'alimentazione umana?
Altro nodo spinoso. La FDA e' veramente l'ufficio giusto per occuparsi di questa faccenda? I critici infatti, sostengono che l'agenzia federale generalmente non si dedica alle tecniche di riproduzione animale, come la fecondazione artificiale. Ma nel caso dei cibi clonati, sembra che l'agenzia abbia considerato il fatto che il processo di clonazione introduce elementi nuovi alla "scorta" alimentare, che devono essere classificati regolarmente al pari di un additivo o un farmaco.
Ma torniamo all'analisi delle carni clonate. Secondo uno dei due parametri infatti, l'agenzia ha il dovere di esaminare la composizione chimica e biologica delle carni, per garantirne la sicurezza. Ma siccome gli animali clonati sono troppo cari, nessuno si sogna di macellarli per controllarne la carne, e il risultato e' un laconico "non abbiamo ulteriori informazioni".
Le compagnie biotech premono molto affinche' i loro prodotti animali vengano immessi presto sul mercato, ma e' comprensibile che l'opinione pubblica, dopo cosi' poca chiarezza, sia ancora sospettosa. Gli animali clonati potrebbero rappresentare una risorsa alimentare preziosa, perche' allora si predilige la nebbia di informazioni alla trasparenza? Non sarebbe piu' producente, per la FDA stessa, svolgere questo lavoro senza quelle ombre che caratterizzano le biotecnologie nel mondo dei mass media?
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