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Usa: la guerra ai rave si intensifica
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4 maggio 2001 0:00
 
I proprietari dei locali si stanno organizzando per fronteggiare la crociata antidroga / anti musica elettronica che sta prendendo piede negli Stati Uniti. Governi e polizie locali vanno ben oltre l’attacco ai locali, affermando che il legame tra "techno" e droghe sintetiche (ecstasy in prima fila) e’ strettissimo. Piu’ o meno lo stesso attacco che, negli anni ’20 subirono i jazz club per il consumo di marijuana che si svolgeva all’interno o la sorte delle discoteche degli anni ’70 per il consumo di cocaina. Da sempre, musica e polizia non hanno un buon rapporto. A New York, gia’ da tempo, sono state applicate le leggi sull’inquinamento acustico (nuisance laws) per chiudere i raves. A Chicago, per la prima volta, i proprietari sono stati incriminati penalmente se all’interno dei locali viene trovata della droga. E nonostante gli stessi proprietari si siano attrezzati contro le overdose da ecstasy, istituendo un servizio di ambulanze private per aggirare le chiamate di emergenza (anche perche’ le chiamate ai numeri di emergenza possono essere in qualche modo "schedate" ed usate per considerare i proprietari come complici del consumo di droga che si svolge all’interno), le autorita’ non hanno riconosciuto la funzione di pubblica sicurezza di questa iniziativa, anzi, hanno usato il tema delle ambulanze private come accusa verso i gestori che tollererebbero cosi’ l’uso di droga all’interno dei propri locali. Nel corso degli anni ’90, come e’ cresciuta la popolarita’ della musica techno e dei raves, sono aumentate le emergenze per l’abuso di ecstasy. Si calcola che le persone ricoverate d’urgenza per questo tipo di droghe siano aumentate dieci volte tra il 1994 e il 1999, mentre per le altre droghe sono rimaste stabili. Nel corso del 2000 sono state sequestrate piu’ di tre milioni di dosi di ecstasy, mentre l’anno precedente erano state circa un terzo. A Dallas e’ allo studio una legge per togliere di mezzo la scena techno, anche se, a detta degli stessi investigatori, "la maggior parte dei ragazzi che vanno ai rave sono ragazzi tranquilli, ma i raves sono pericolosi". A Lewiston (Maine) gli stessi gestori sono obbligati a pagare la presenza di un membro delle forze dell’ordine ogni 250 clienti. A Denver, invece si e’ scelta la strada di proibire la vendita di alcool in qualsiasi posto dove siano presenti minori di 21 anni. Non in tutte le citta’ e’ stato scelto questo tipo di approccio: a San Francisco, ad esempio, si e’ instaurata una certa collaborazione tra polizia e proprietari. In cambio di un maggiore impegno di questi ultimi, non potranno essere "schedate" le chiamate ai numeri di emergenza per chiudere i locali.
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