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 USA - USA - Usa. I medici dicono si' alla clonazione terapeutica
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Articolo di Donatella Poretti
26 giugno 2003 19:49
 
L'Ama, American Medical Association (clicca qui), si e' pronunciata a favore della clonazione terapeutica. Una sfida alla Casa Bianca di Bush, "l'unica strada per sconfiggere malattie incurabili".
L'Ama e' l'organizzazione piu' numerosa di dottori presente negli Stati Uniti e il suo consiglio per gli Affari Etici e Giuridici ha approvato, al termine di un lungo e tormentato confronto interno, le nuove direttive destinate ad essere formalizzate in tempi brevi. Nel "Rapporto sulla clonazione" c'e' l'autorizzazione alle procedure di laboratorio destinate a creare embrioni al fine di ottenere cellule staminali capaci di riprodursi all'interno di qualsiasi tessuto umano per fini terapeutici. Questo metodo nel rapporto viene indicato come la strada per configgere numerose malattie ad oggi ritenute incurabili.
A questa decisione si e' arrivati attraverso un dibattito duro e dai toni accesi. Chiamare etica la clonazione di embrioni a fini di ricerca "e' completamente inappropriata se si considera che molti di noi pensano che l'essere umano inizia da due cellule" aveva detto John McMahon, dal Montana, che praticamente aveva dato voce al fronte dell'opposizione. "Per la scienza questo e' un momento di svolta", ha detto Michael Goldrich, il presidente del gruppo che ha redatto il rapporto. "Siamo, di fatto, fornendo linee scientifiche ed etiche ai medici. Non possiamo restare in silenzio", ha aggiunto riferendosi alla scelta di sostenere la clonazione terapeutica, ma non quella riproduttiva.
In sostegno del parere di maggioranza ha giocato il pronunciamento dell'Accademia nazionale delle scienze del 2002, che si era schierata per la clonazione terapeutica e contro quella riproduttiva. Il compromesso fra i due schieramenti e' stato modellato sulla questione dell'aborto consentendo di non ricorrere alla clonazione a quei dottori che per motivi personali la dovessero ritenere incompatibile con la propria attivita' e le proprie convinzioni etiche, obiezione di coscienza.
Una scelta questa dell'Ama destinata a suscitare polemiche a Washington dove mentre la Casa Bianca ha gia' tagliato i fondi federali a queste ricerche, da un punto legislativo il bando totale ancora non e' arrivato. Se infatti il Congresso ha gia' approvato il divieto di qualsiasi forma di clonazione umana, al Senato il voto ancora non e' arrivato, riproducendosi lo stesso scenario della passata legislatura, con l'unica differenza che ora il Partito Repubblicano e' molto piu' forte anche al Senato dove ha la maggioranza. Le pressioni della societa' scientifica stanno per il momento bloccando una decisione che vedrebbe gli Stati Uniti perdere molti scienziati. Alcuni l'hanno gia' fatto, altri l'hanno solo preannunciato, ma quella di emigrare verso la Gran Bretagna potrebbe essere la loro unica alternativa.
"Si tratta di uno sforzo dell'Ama per fare pressione sul Governo e rovesciare l'attuale politica", spiega David Bleich, professore di Bioetica alla Cardozo School of Law di New York. Ma Bush oltre ad avere tagliato i fondi ha prodotto anche l'effetto di rendere molto piu' costose le ricerche dei privati. Sono infatti disponibili poche linee di cellule staminali embrionali, inadeguate e molto care. "Le attuali regole stanno eliminando la creativita' -commenta Jaime Griffo, specialista in riproduzione della New York School of Medicine- ed e' completamente basata sulla politica dell'aborto, non della scienza. Gruppi religioni e contrari all'aborto sostengono che ogni gruppo di cellule e' una vita umana -non a malapena un tessuto- e per questo non deve essere usato in esperimenti scientifici". "In termini di politica pubblica, io non approverei questa scelta", dice ancora Bleich che ricorda la dura controversia su cosa e' vita umana.
E' chiaro che la questione rimane aperta e la complessita' degli aspetti etici saranno ancora argomento di discussione. Ma cio' che e' certo e' che questo contributo non puo' essere ignorato dal Senato statunitense.
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