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 USA - USA - Usa. Raccolta di sangue, fonte di cellule staminali. (Un lume di speranza per un problema etico)
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Articolo di Rosa a Marca
30 aprile 2003 20:30
 
Tutti sanno che per ottenere delle cellule staminali embrionali bisogna distruggere l'embrione, e cio' comporta problemi etici alquanto ardui. Eppure, sono proprio queste cellule ancora indifferenziate le piu' promettenti per la ricerca, poiche' riescono a trasformarsi in tutti i tipi di cellule dell'organismo umano.
Ora, un nuovo studio dello statunitense Argonne National Laboratory potrebbe costituire un'alternativa alle cellule staminali embrionali.

I risultati di questa ricerca sono un passo oltre la mera possibilita' teorica. Gli studiosi hanno infatti scoperto delle cellule che possiedono sia la caratteristica della totipotenza sia i connotati specifici delle cellule staminali. Il materiale originario sono determinate cellule del sangue, i cosiddetti monociti, presenti in una normale donazione di sangue. I ricercatori hanno trattato per cinque giorni i monociti con un fattore di crescita particolare (M-CSF). In questo modo hanno ottenuto due diverse colonie di cellule, diverse per aspetto e con una differente produzione di proteine. Una di loro conteneva cellule in grado di dividersi e di possedere proprieta' pluripotenti, come hanno dimostrato diversi test. Dopo il trattamento con varie sostanze, queste cellule si sono trasformate di volta in volta in altri tipi di cellule. In questo modo i ricercatori sono riusciti a ottenere, accanto a due specie di cellule immunologiche, anche cellule epiteliali, epatiche e anche neuroni. Il criterio per stabilire la destinazione delle cellule ricavate era quello sia dell'esistenza di determinate proteine, che sono presenti solo in cellule di un determinato tipo, sia il loro aspetto.

Ancora non e' chiaro che cosa sia questa "cellula originaria" dotata di proprieta' pluripotenti. E' vero che esistono da tempo dei trattati che spiegano come da cellule staminali sanguigne si possano ottenere oltre a cellule del sangue anche alcune delle cellule citate. Ma resta da chiarire, se nel caso di queste nuove e tanto promettenti cellule si tratti di quelle staminali sanguigne o di altre, le cui caratteristiche pluripotenti non erano mai state finora individuate. Resta il fatto che questi nuovi dati rappresentano una novita'. Sembrerebbe infatti possibile che dal sangue si possano ottenere cellule con la caratteristica della pluripotenza, per cui, opportunamente riprodotte in coltura, fornirebbero cellule del tipo desiderato. Per farlo occorre certo un trattamento specifico, ma cio' non dovrebbe essere un ostacolo insormontabile.
Se la cosa funzionasse avremmo risolto molti dei problemi spinosi con cui ci dobbiamo misurarci. In primo luogo non dovremmo piu' ricorrere alle cellule staminali embrionali. In secondo luogo si eviterebbero le problematiche del rigetto, poiche' le cellule necessarie deriverebbero dal sangue dello stesso paziente.
Sarebbe bello, ma rimangono aperti alcuni importanti quesiti. Per esempio, che possibilita' di sopravvivenza hanno le cellule specifiche derivate da quelle sanguigne pluripotenti? E sono queste in grado di inserirsi in un amalgama cellulare per assolvere ai compiti di un determinato tessuto?
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