testata ADUC
Usa. Gli scienziati concordi: troppi ostacoli alla ricerca sulle staminali
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Grazia Galli
1 ottobre 2002 10:38
 
I limiti posti alla ricerca sulle cellule staminali negli Usa sono decisamente troppi ed ostacolano quella che potrebbe costituire una vera e propria rivoluzione della biomedicina. Ad affermarlo, durante un'audizione alla Commissione Salute del Senato, un consistente numero di scienziati ed esperti del settore. Per Gherald Schatten (Universita' di Pittsburgh) "Nuove e migliori linee (di staminali embrionali, ndr) sono necessarie ora, mentre le scelte politiche adottate stanno gia' ritardando la ricerca sulle staminali, favorendone lo spostamento in altri Paesi o nell'inaccessibile settore privato".

A proposito della decisione presa dal Presidente Bush il 9 agosto 2001, di consentire il finanziamento pubblico dei progetti basati sull'uso delle linee embrionali registrate all'NIH, Curt Civin (docente alla Johns Hopkins University di Baltimora e direttore della rivista scientifica Stem Cell) ha commentato: "La decisione del Presidente aveva rinnovato le nostre speranze di proseguire nella ricerca di nuove terapie. La lista inizale di linee cellulari utilizzabili con fondi federali sembrava corrispondere ad una sorgente diretta di risorse disponibile. Purtroppo si e' subito constatato, che nessuna di queste linee era disponibile. E la situazione e' rimasta tale ancor oggi" "Siamo tutti dell'idea che la ricerca sulle cellule staminali abbia un notevole potenziale per lo sviluppo di nuove cure. Come scienziato vorrei avere via libera (alla ricerca con gli embrioni, ndr)".

Roger Pedersen, ha descritto ai senatori le battaglie compiute per ottenere fondi federali per le sue ricerche sulle staminali embrionali, e come le resistenze dell'Amministrazione lo abbiano convinto, dopo piu' di 20 anni, a lasciare gli Usa per trasferirsi in Gran Bretagna. George Daley (docente e ricercatore della Harvard Medical School e al Massachusetts Institute of Technology) ha descritto i promettenti risultati ottenuti dal suo gruppo, che grazie alla clonazione terapeutica e' riuscito a curare nei topi una malattia simile alla sindrome alla grave immunodeficienza congenita che condanna alcuni bambini a vivere nelle camere sterili. Kevin Wilson, direttore dell'ufficio politiche pubbliche della American Society for Cell Biology, che rappresenta circa 10.000 ricercatori di base, ha testimoniato che le linee disponibili all'NIH sono assai meno di quanto inizialmente dichiarato: "Secondo l'Amministrazione ci sarebbero 78 linee, in realta' al massimo sono 17", cosa, tra l'altro, riconosciuta dallo stesso segretario alla Salute, Tommy Thompson. Cinque delle linee registrate sono di proprieta' sudcoreana, altre 10 sono indiane. In molti casi l'accesso ad esse e' subordinato alla stipula di precisi accordi di collaborazione con chi ne detiene il possesso, senza trascurare i problemi burocratci, legati ad esempio al fatto che il Governo indiano non ha ancora deciso se permetterne l'esportazione.

Poco da stupirsi dunque, secondo Wilson, se lo scorso anno non vi sono state richieste di finanziamento a progetti di ricerca sulle staminali embrionali, tanto piu' che l'Amministrazione ha fatto di tutto per convincere l'opinione pubblica che gli scienziati coinvolti in questo tipo di ricerche siano diabolici. Intervistato dalla United Press International. Irving Weissman (esperto di staminali adulte dello Stanford Medical Institute di Palo Alto in California), ha notevolmente ridimensionato lo spessore delle prove scientifiche sin qui raccolte sulla cosiddetta plasticita' delle staminali adulte. Su incarico della American Association of Medical College, Weissman ha revisionato le 228 pubblicazioni scientifiche portate dall'organizzazione Do No Harm in Senato per dimostrare l'inutilita' della ricerca sulle staminali embrionali. Nessuna di queste, a detta dell'esperto californiano, fornisce prove conclusive, anzi, molti degli studi che vi sono descritti non forniscono neanche prove attendibili che le cellule utilizzate fossero realmente staminali, o che i fenomeni di rigenerazione, descritti unicamente su basi morfologiche, non fossero in realta' da attribuire ad artefatti derivati dalla fusione delle cellule trapiantate con le cellule dei tessuti dell'ospite. Addirittura in alcuni articoli, ha raccontato, non si riesce neanche a capire se le cellule utilizzate siano umane o no. Identico parere e' stato fornito da Douglas Melton (Harvard University) che con Weismann ha attentamente esaminato la letteratura sulle cellule staminali. "Sembra che si stiano accumulando prove convincenti del fatto che il prodotto finale (di molti studi con le staminali adulte) sia la fusione cellulare". Al contrario: "Vi sono prove certe che le cellule staminali embrionali possono dare origine a tutte le cellule dei tessuti, ma nessuna prova che quelle adulte possano fare lo stesso".

Come ostinarsi dunque, a sostenere che la ricerca sugli embrioni risponda solo all'interesse delle multinazionale del biotech? Oltre ad essere un esperto, Weissman e' tra i fondatori di ben tre compagnie il cui progetto era proprio quello di sviluppare terapie cellulari basate sulle staminali adulte. Piuttosto che spiegarne i limiti, il suo interesse dovrebbe essere quello di nasconderli, visto che un eventuale divieto alla ricerca sugli embrioni avrebbe il probabile effetto di far lievitare le azioni di chi persegue nell'unica strada rimasta. Piuttosto, annebbiati da interessi personali od oscuri conflitti d'interesse, sembrano i pochi che si ostinano a puntare solo sulle staminali adulte rifiutandosi ancor oggi di sottoporre i propri risultati all'esame di altri ricercatori. C'e' un'altra cosa sulla quale tutti i ricercatori sono d'accordo: la crescente distorsione politica che si fa di singoli risultati scientifici, sta diventando un problema su cui e' urgente riflettere, anche da un punto di vista etico. Come sottolinea Ronald Green, professore di religione e direttore dell'istituto di etica del Dartmouth College, il rischio connesso ad una visione di parte in questa materia e' la vita o la morte: "Ritardare la ricerca in questo settore puo' fare la differenza nella vita di qualcuno. Possiamo anche scegliere di percorrere unicamente la strada delle staminali adulte, salvo poi scoprire che non funzionano". Solo negli Usa sarebbero circa 3000, secondo Robert Lanza (direttore scientifico dell'Advanced Cell Technology), le persone che muoiono ogni giorno per malattie che potrebbero un domani essere curate con le cellule staminali: "Bloccare la ricerca sulle cellule staminali embrionali sarebbe come andare in battaglia con una mano legata dietro alla schiena".

Anche nel campo delle staminali embrionali c'e' pero' molta strada da fare prima di poter pensare di avviare i primi studi clinici. Lo stesso Lanza, che sulle potenzialita' delle staminali embrionali sta puntando la sua carriera ed i suoi capitali, si dice tuttora incerto sulla possibilita' di ottenere da esse le attese terapie rigenerative. Queste dunque le ragioni alla base dell'unanime richiesta della comunita' scientifica al Senato Usa: poter proseguire lo studio delle cellule staminali sia embrionali che adulte.

Pubblicato in:
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS