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La virata di Bill Frist
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Articolo di Vincenzo Donvito
4 agosto 2005 19:32
 
Quando la mattina dello scorso 29 luglio, verso le 8 di mattina ho aperto la prima pagina del "New York Times" (ore 2 am di New York) pensavo di aver letto male il titolo dell'articolo che apriva la prima pagina, invece no, recitava proprio "Senate's Leader Veers From Bush Over Stem Cells", che tradotto letteralmente sarebbe "Leader del Senato vira da Bush sulle cellule staminali"... abbastanza bruttina come traduzione e si potrebbe rendere molto meglio in diversi modi, ma il termine "vira" e' fondamentale, perche' da' proprio la perfetta percezione di cosa sia accaduto: c'era una nave che andava in una certa direzione con buona parte dei repubblicani su di essa e, ovviamente, c'era anche George W. Bush... ma ad un certo punto il capogruppo al Senato dei Repubblicani, Bill Frist, ha deciso di cambiare rotta, non di abbandonare la nave, perche' era lui che guidava la nave dei Repubblicani, e quindi lui la portava in un'altra direzione.
Il titolo del "New York Times" (giornale che non ha mai celato di essere per l'aumento dei fondi federali per la ricerca con le staminali embrionali, quindi contro la politica di Bush) e' tendenzioso, ovviamente, perche' vuole dare l'idea di una nave al suo completo, con al timone il suo leader, che va in una direzione diversa rispetto al Presidente. E tra la descrizione e l'auspicio, ci sembra che ci sia riuscito: la mia prima reazione e' stata quella di attaccarmi al telefono e chiamare alcuni collaboratori del Notiziario e dirgli "c'e' una notiziona, credo che siamo ad un punto di svolta".
I particolari della vicenda li trovate in un altro articolo, qui lo trattiamo solo per evidenziare il presumibile dato epocale che la decisione di Frist potrebbe rappresentare. Con le dovute differenze, non credo di forzare la mano se faccio un paragone con le dichiarazioni di voto referendario sulla procreazione assistita fatte dal nostro ministro degli Affari Esteri, Gianfranco Fini: nessuno se le aspettava. Con la posizione di Fini in materia, non sappiamo quali e quanti spostamenti di voto sono stati fatti nei nostri referendum... comunque ininfluenti visto come poi e' andata a finire. Succedera' altrettanto negli Usa? Non lo sappiamo. Ma se abbiamo gia' letto le prime prese di posizione in Usa del clero cattolico romano e delle associazioni "pro-life" contro Frist, sappiamo che non c'e' alcuna "macchina da guerra vaticana" che potra' mettersi in moto oltreoceano cosi' come ha fatto nel nostro Stivale.
Vediamo cosa accadra', perche' sara' determinante per il futuro della ricerca che ci sta a cuore, non solo in quel Paese.
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