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Aduc – Osservatorio Firenze. Richiusa la ZTL. L’inizio di una nuova speranza?
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Comunicato di Vincenzo Donvito
1 ottobre 2020 10:13
 
  Il Comune di Firenze ha deciso di non prorogare (come tutti si aspettavano) l’apertura sperimentale di due varchi della ZTL che erano stati aperti per consentire (queste le motivazioni ufficiali) di dare fiato all’economia legata al commercio nel centro storico e far tornare i fiorentini in centro. Ovviamente – soliti lungimiranti e disponibili ad un’economia ecologia umana ed ambientale della città... - i commercianti sono su tutte le furie.
Un plauso all’amministrazione di Palazzo Vecchio.
Ora spettiamo un po’ di dati per capire se questa scelta di un mese fa sia servita a qualcosa, oltre che placare gli animi dei commercianti per un mesetto. Comunque, ci sembra di capire che, proprio perché il Comune ha deciso di non assecondare (come spesso fa) i commercianti, i risultati di questa apertura non devono essere stati dei migliori. In tutti i sensi e per tutti gli attori.
Conveniamo con le associazioni dei commercianti che sostengono che si è trattato di un periodo troppo breve per capire se l’apertura funzionava o meno, ma era quanto stabilito dalla norma a cui loro, dopo l’approvazione, hanno rivolto inni di giubilo. Magari, se i nostri commercianti hanno voglia e ci mettono impegno e fantasia oltre alle rivendicazioni corporative (basate solo sui loro incassi come metro di qualità della vita di tutta l’urbe), potrebbero elaborare e proporre qualcosa di diverso che non l’auto parcheggiata davanti all’uscio della propria bottega.

Capiamoci, con un punto di partenza
la mobilità privata (e in alcune zone non solo) va eliminata dal centro storico. Questa eliminazione porta ricchezza a tutti perché invita a vivere la città in modo meno convulsivo, più lento, più riflessivo e più economicamente duraturo. Cosa vuol dire? Che si acquista meglio un qualunque prodotto (incluso quello culturale, di cui la nostra città è tutt’altro che deficitaria) se lo si fa con calma, riflessione e, di conseguenza, ragion veduta: tutte prerogative che non legano col traffico urbano.
Sappiamo che al commerciante medio fa più specie il consumatore che scende dall’auto davanti alla propria bottega, magari col motore accesso o con qualcuno in macchina per far dire al vigile che passa “sta arrivando, vado via subito...”, perché l’acquisto diventa più impulsivo, più distratto (anche per costi e qualità)… ma, signori commercianti, fatevene una ragione: il mondo va in un’altra direzione. E a maggior ragione una città importante come Firenze, punto di riferimento per tante questioni, nazionali, europee ed internazionali.

Possibile che questo, amici commercianti, non l’avete ancora capito, neanche con questa esperienza del coronavirus che – soprattutto - ci ha insegnato che ognuno ha bisogno dell’altro, vivo e ricco… che è lo stravolgimento del tradizionale e classico “mors tua vita mea” che ha dominato il mondo degli umani nei millenni della sua presenza?

Sia chiaro: nessun è perfetto
Noi quanto i commercianti e quanto l’amministrazione di piazza della Signoria. Quest’ultima poi, grazie alle solite e nuove emergenze (movida rumorosa e intasamento zona San Marco… per dire le ultime più note) non è che stia dando il massimo di sé; e per questo abbiamo auspicato che non continuino a commettere gli errori come quelli della gestione di via de’ Neri (1).
Ma alcuni paletti condivisi, intorno ai quali fare scelte e costruire politiche, servono a tutti. Ad oggi ce ne sono tre sulla materia:
- il centro non può che essere pedonale;
- il coronavirus ci ha fatto capire che non si può continuare com’era prima dell’esplosione pandemica (overtourism docet);
- tutti abbiamo bisogno dell’altro: vivo, ricco, sano. Quindi: condivisione di tutto.
 
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