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ANIA CONSUMATORI, MERCATO E FISCO
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Comunicato 
20 ottobre 2000 0:00
 


IL TENTATIVO DI UFFICIALIZZARE LA STUPIDITA' FISCALE.

Firenze, 20 Ottobre 2000. Il presidente dell'Ania e' intervenuto stamane a Riva del Garda, informando sulle sue considerazioni per risollevare le sorti delle compagnie d'assicurazione.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Sarebbe il caso di dire che ognuno ha il capo che si merita, e le assicurazioni su cui pende la condanna Antitrust per aver fatto cartello contro consumatori e mercato, non potevano avere di meglio. Uno dei settori in cui i rincari sono tra i piu' elevati, non pago di questo record, non trova altro di meglio da dire che la colpa e' della tassazione. Tutti i torti non li ha, ma non ci sembra che il settore sia particolarmente colpito dalla voracita' che lo Stato ha in generale per ogni cosa che si muove nella vita di un suo amministrato.
Ma l'Ania e il suo presidente, essendo una corporazione a difesa degli interessi specifici dei suoi associati, anche ed essenzialmente a disprezzo di ogni altro settore produttivo o consumistico della societa' economica, nell'occasione odierna, sono voluti andare oltre: togli a quello per dare a me. Nello specifico, Alfonso Desiata, ha detto che "… in una riunione ho proposto ad Amato di trasferire questa tassazione (12,5% della Rc Auto. Ndr) alle chiacchere telefoniche degli italiani, specie quelle delle signore … Sarebbe una bella novita'".
A parte le problematiche relative all'individuazione dei consumi telefonici delle signore quando chiaccherano (tutt'altro che secondarie, perche' dovrebbero superare lo scoglio di una enciclopedia di leggi violate) rispetto agli altri consumi, la concezione e pratica economica -e di economia di mercato- del presidente dell'Ania, sono decisamente fantasiose e -come dice lui stesso- una novita', perche' ufficializzerebbero il meccanismo della stupidita' fiscale (molto diffuso, ma mai ufficializzato … per evidenti motivi).
E' evidente che, con cotante proposte e cotanto presidente, ci aspettiamo che qualcuna delle assicurazioni -pur se condannata dall'Antitrust per le sue maleffate- sia presa da uno slancio di orgoglio e dignita' civica, e abbandoni una corporazione che piuttosto che difenderla, sembra si stia votando al suicido.
C'e' ancora qualcuno che si stupisce perche' la maggiorparte degli assicurati -per sopravvivere- cerchino sempre di fregare la propria compagnia? Noi vorremmo che cosi' non fosse, ma Desiata e l'Ania tirano tutti per i capelli.
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