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ANTITRUST E ENEL/WIND/INFOSTRADA
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Comunicato 
6 gennaio 2001 0:00
 


BENE L'INDAGINE DELL'ANTITRUST, MA ATTENTI ALL'ENEL: SCAMBIA I DIRITTI DEI CONSUMATORI CON QUELLI DEI SUDDITI CHE CONSUMANO.

Firenze, 6 gennaio 2001. L'Antitrust italiano vuole verificare l'impatto della fusione Wind e Infostrada sul mercato delle telecomunicazioni, dove l'Enel -proprietario di entrambe le aziende- diventerebbe un colosso accanto a Telecom. L'Autorita' e' in particolare preoccupata per la posizione dominante che l'Enel avrebbe nelle multiutilities. Ed ha chiesto al commissario europeo alla concorrenza di aspettare a svolgere una sua indagine, aspettando i risultati di quella italiana.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Probabilmente, per il momento, e' meglio che se ne occupi l'Autorita' italiana e non quella europea, perche', almeno, i provvedimenti italiani -essendo presi da un'Autorita' che e' emanazione di istituzioni sovrane- hanno un riscontro piu' immediato che non quelli europei; questi ultimi devono passare il vaglio dell'autorita' italiana, e la recente condanna europea al decreto italiano sul blocco delle tariffe Rc-auto che sta amamzzando il mercato -dove l'Italia se n'e' altamente fregata delle decisioni comunitarie- la dice lunga sul risvolto nelle politiche dei consumatori del rapporto Roma/Bruxelles.
Quindi plaudiamo all'iniziativa del professor Tesauro.
Intanto, grazie alla vicenda, registriamo un nuovo soggetto nella difesa dei consumatori, il presidente dell'Enel, Chicco Testa che, forse memore di quando era presidente di un'associazione ambientalista/consumerista, si e' lanciato in una nuova versione dell'immagine del capitalismo italiano monopolista che, contro quella che chiama over regulation, in un'intervista ad un quotidiano, dice ".. Ma qui si va a finire che per difendere la concorrenza ci si dimentica dei diritti dei consumatori".
Concetto che, espresso dal presidente dell'Enel, ci ha fatto solo aggrottare la fronte, perche' i brividi sulla schiena abbiamo smesso di farceli venire ogni qualvolta ci occupiamo di via italiana al capitalismo e mercato (ci saremmo, altrimenti, gia' autoibernati).
Niente di nuovo, ma solo conferme che -sforzi dell'Antitrust, italiano e comunitario, impegni in varie sedi- e' tutta roba da alte discussioni in alti luoghi …. e lontani. Infatti il presidente dell'Enel ci ricorda che la legge punisce l'abuso di posizione dominante, non la posizione dominante in se', e questo abuso oggi non c'e' (con quale concorrente dovrebbe abusare, non e' detto …); non solo, ma i consumatori (ecco i famosi diritti dimenticati …) trarrebbero vantaggio dalla presenza dell'Enel cosi' come si prospetta, perche' potrebbero pagare in un'unica bolletta i consumi elettrici e quelli telefonici. Si e' dimenticato quelli dell'acqua (acquedotto pugliese) e non ricordiamo quanti altri.
Il presidente Testa, quindi, in nome dei diritti dei consumatori ha teorizzato la BUN -bolletta unica nazionale: in cui comprendere tutti i pagamenti dei maggiori consumi di servizi di utilita' di base e primaria. Crediamo che la reiscrizione della sigla Enel da Ente Nazionale Energia Elettrica a Ente Nazionale Economia e Lavoro, sia prossima. Il modello di riferimento, Iri, e' ancora li', probabilmente non piu' in dismissione, ma in trasformazione. E, visto che stiamo parlando di proprieta' dello Stato, perche' in questa bolletta non comprendere anche il pagamento del canone/tassa della Rai (speriamo che l'altro presidente, Roberto Zaccaria, non legga questo comunicato … potrebbe farne tesoro visti i suoi progetti in materia di obblighi e metodi di pagamento)?
Peccato solo che il presidente Testa scambi i diritti dei consumatori con quelli dei sudditi, che e' vero che consumano come i consumatori, ma sono un'altra cosa: nascono li' dove c'e' concorrenza, mercato e assenza non di abuso di posizione dominante, ma proprio di quella posizione dominante come quella dell'Enel, cioe' la posizione monopolista. La strada e' impervia per i diritti dei consumatori, ma non denunciarne l'abuso parolaio e arrogante che ne vien fatto, sarebbe un delitto.
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