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AUMENTI DEI PREZZI DELLA BENZINA
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Comunicato 
27 agosto 1999 0:00
 
E MONOPOLIO
GRAZIE ALL'AIUTO DEL PRESIDENTE D'ALEMA SI INGARBUGLIANO LE CARTE IN TAVOLA PER NASCONDERE IL VERO PROBLEMA: IL DUOPOLIO STATO/PETROLIERI.

Firenze, 27 Agosto 1999. Le chiaccherate estive sull'aumento dei prezzi della benzina stanno per concludersi in modo che nulla cambiera' e, soprattutto, nessuno prendera' alcun impegno per creare le condizioni in cui il prezzo sia fatto dal mercato.
Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Vediamo cos'e' successo, cosa sta succedendo e cosa succedera'.
Cos'e' successo. Il mercato e' diviso in due, meta' allo Stato (che controlla l'Agip-Ip) e meta' ai petrolieri associati nell'Unione Petrolifera. Lo Stato si trova nella doppia veste di controllore e controllato, per cui, dovendo fare gli interessi di due fazioni contrapposte, alla fine fa solo i suoi: controllare saldamente il potere economico e di ricatto verso chiunque voglia avventurarsi in questo ambito imprenditoriale. Infatti i grandi imprenditori dell'Up -che hanno il compito di fare soldi e non di beneficiare i consumatori- si sono adattati a questa situazione ed hanno costituito un cartello oligopolista che fa accordi con l'altra meta' del mercato, costituendo cosi' un duopolio.
Cosa sta succedendo. Ci sono i consumatori che protestano e i listini Istat dell'inflazione che, per quanto controllati, un po' vanno per conto loro. E lo Stato interviene chiedendo ai petrolieri dell'Up, in cambio della partecipazione al duopolio, di fare un po' la parte dei cattivi. Come? Si mandano avanti le associazioni di consumatori legate a sindacati confederali e Stato, e le si fanno urlare contro i petrolieri cattivi, con motivazioni anche banali (costi immutati del greggio in questi ultimi anni), subito ben confutate dai petrolieri stessi. Ma questo serve ad agitare le acque e a far intervenire il presidente del Consiglio dei Ministri che fa la sua parte: i petrolieri avrebbero fatto un cartello che condiziona il mercato. Non sappiamo se Massimo D'Alema in questo suo "petrolieri" abbia incluso anche l'Agip-Ip, ma ne dubitiamo, perche' mai avrebbe messo in dubbio il buon agire dello Stato/imprenditore. Altrimenti sarebbe stato piu' esplicito e avrebbe richiamato all'ordine anche i ministeri che controllano il pacchetto azionario dell'Agi-Ip. Quindi sul campo restano da una parte i petrolieri ingordi e affamatori dei consumatori, dall'altro lo Stato che gli tira le orecchie e li richiama a piu' miti guadagni. Ricordiamo, per non sembrare difensori dell'Up, che il tutto avviene con il consenso dell'associazione dei petrolieri: e' il prezzo che devono pagare per guadagnare loro e far guadagnare lo Stato.
Cosa succedera'. Il ministero dell'Industria ne uscira' a testa alta, con le sue tabelline in cui consiglia ai consumatori chi vende al prezzo piu' basso (che non a caso e' lo Stato/Agip-Ip). La ripresa dell'attivita' parlamentare e del Consiglio dei Ministri annullera' la sproporzionata attenzione a prezzi che oscillano di qualche punto percentuale, anche se si tratta di un bene di prima necessita'. Le associazioni di consumatori che si sono prestate al gioco avranno il loro benfit dallo Stato che aumentera' poteri e stanziamenti per quel pollaio che hanno chiamato "Consiglio nazionale degli utenti e consumatori" presso il ministero dell'Industria. E il consumatore paghera' il prezzo della benzina cosi' come gli viene imposto, senza possibilita' di scelta, se non quella presa in giro di selezionare tra un distributore che fa 20 lire in piu' o in meno.
Modifiche radicali al sistema di distribuzione che consentano tagli consistenti di costi all'origine e al dettaglio? Roba da film americani e francesi. Diminuzione del peso fiscale nella determinazione del prezzo, e dismissione dell'impegno imprenditoriale dello Stato nel settore? Roba da "Far west", come amano dire gli economisti liberali

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