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Comunicato 
18 gennaio 2001 0:00
 


L'UTILITA' DI PIU' CONCORRENTI E PIU' SERVIZI NEL CAMPO TELEVISIVO, NON GIUSTIFICHEREBBE LA VIOLAZIONE DELLA LEGGE, CHE VA MODIFICATA NON PER FARE UN FAVORE A TELECOM, MA PER APRIRE IL MERCATO E CONSENTIRE PIU' SCELTA AI CONSUMATORI

Firenze, 18 Gennaio 2001. E' solo un rinvio, nessuna preoccupazione, ma stiamo attenti a come si passera' ai fatti dopo questo rinvio. Cosi' il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito, commenta la decisione dell'Autorita' delle Telecomunicazioni sul cosiddetto mancato matrimonio tra -per dirla in termini pratici- Telecom e Cecchi Gori.
Certo la nascita di una nuova televisione, presumibilmente di livello alto (almeno rispetto alle potenzialita' e aspettative economiche) e' augurabile, perche' per i consumatori del prodotto televisivo significa la possibilita' di una maggiore scelta, ma se questo deve avvenire in dispregio della legge, e' molto meglio che l'opinione dell'Autorita' sia stata negativa: il rispetto della legge e la certezza del diritto sono gli elementi base su cui costruire qualunque politica economica e non solo, e in un Paese come il nostro, dove questa certezza e' a go-go rispetto agli umori dei potenti di sempre (i monopoli di Stato e i loro vassalli), registrare almeno per una volta una decisione come questa, e' importante.
Come e' importante, a questo punto, e' che non avanzino i tradizionali rimedi all'amatriciana (qualcuno ha parlato anche di un decreto del Governo per modificare subito la legge Maccanico), perche' sarebbe una corsa all'innovazione che creerebbe solo disastri. Occorre che la decisione di modificare la legge sia presa in termini politici da chi e' preposto a farlo, il Parlamento, e non affidato al solito disastroso metodo dell'emergenza che, in questo caso, sarebbe solo piegato alle necessita' multiutilities della Telecom: cioe' occorrerebbe che il legislatore ragioni in termini di utilita' pubblica che ne deriverebbe dall'apertura del mercato e dalla presenza di piu' attori nel settore televisivo, e non per fare un favore all'azienda di Roberto Colaninno.
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