SE QUELLA DELLE TELECOMUNICAZIONI BOCCIA L'ACCORDO SEAT-TMC, PRONTAMENTE L'ANTITRUST CONSENTE LA SPESA DELLO STATO/ENEL NEL SETTORE GAS: SUSSULTI DI UN ETERNO MONOPOLIO.

Firenze, 18 Gennaio 2001. L'Antitrust ha dato il via libera perche' l'Enel acquisisca il 100% della Pafim (holding di partecipazioni finanziarie in imprese che agiscono nella distribuzione di gas naturale nel centro-sud dell'Italia), che, come conseguenza, significa l'acquisizione di Erogasud (85% gia' della Pafim e 15% del Banco di Brescia acquisito per l'occasione) che, essendo a sua volta proprietaria al 100% della Cesp, significa l'incameramento anche di quest'ultima da parte dell'Enel. Inoltre, sempre su decisione dell'Antitrust, l'Enel acquisisce il capitale totale di Edil geo (che opera in provincia di Avellino e Caserta) e Sicim (operante solo nella provincia di Caserta).
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Un bell'esempio di cerchiobottismo delle Authority italiane. Sul cerchio c'e' quello del garante delle Telecomunicazioni che boccia l'accordo Seat-Tmc, mentre sulla botte che l'Autorita' di Tesauro che da' il via libera alla consueta e continua spesa di Stato, fatta attraverso la punta di diamante della nuova politica monopolista italiana, l'Enel.
Tutto in ordine, quindi! Chi aveva creduto in un colpo di reni di concorrenza, mercato e certezza del diritto grazie alla decisione del professor Enzo Cheli, si deve subito ricredere grazie all'Antitrust: e' confermato, siamo nel Belpaese dove i consumatori sono sudditi che devono comprare i loro servizi da un unico fornitore rigidamente di Stato, magari con il bel nome esterofilo di "mutiutilities business" (che fa tanto Adam Smith), ma pur sempre erede della politica dell'Iri, con la differenza che accanto al nome ha la scritta "spa".
Una situazione in cui, il potere del consumatore e' zero, a tutto appannaggio di chi, invece di agire rispetto alla logica di domanda/offerta, si limita solo ad offrire, tanto se questa offerta non e' gradita o e' sbagliata rispetto, magari, al contesto internazionale, c'e' lo Stato pantalone che copre tutti i buchi con i soldi di tutti i contribuenti, inclusi i soldi che non ci sono.