Roma, 3 Febbraio 2000. Tachicardia, emicranie, tremiti, palpitazioni, ipotensioni e tetania muscolare. Sono -dichiara Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc- gli effetti provocati dal consumo di carne, in particolare bovina, trattata con clenbuterolo, un farmaco usato per curare malattie respiratorie degli animali che ad alte concentrazione fa aumentare la massa muscolare e diminuire il grasso e che veniva usato illegalmente da alcuni allevatori per accelerare la crescita e i conseguenti guadagni.
Il clenbuterolo e' stato vietato dalla direttiva CE n.22/1996, contro la quale la societa' farmaceutica Boehringer aveva fatto ricorso. Il Tribunale di primo grado della Comunita' europea ha respinto il ricorso ritenendo valida la norma. Alcune perplessita' sul divieto le facciamo nostre: si puo' vietare un farmaco perche' qualcuno ne ha abusato? Si puo' vietare la vendita dell'aspirina perche' qualcuno si e' fatto venire l'ulcera ingerendone quantita' smisurate? La soluzione sta nei controlli, se fossero rigorosi non avremmo avuto il problema della mucca pazza e dei polli alla diossina, e nelle azioni di autotutela degli allevatori. Vogliamo intanto sollecitare l'Assocarni: che fine hanno fatto le promesse di etichettare le carni?