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COMPETENZE PENALI AL GIUDICE DI PACE
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Comunicato 
26 agosto 2000 0:00
 


COME CAMBIARE PER PEGGIORARE LA SITUAZIONE

Firenze, 26 Agosto 2000. Il Governo ha varato il decreto legislativo che ampia le competenze del giudice di pace anche in campo penale.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Le intenzioni sono quelle di alleggerire i carichi di lavoro dei tribunali e facilitare il ricorso alla giustizia da parte degli utenti, sveltendo le pratiche con la semplificazione della procedura.
Ma, come spesso succede per le leggi italiane, le intenzioni sono una cosa, la realta' un'altra.
Noi ricorriamo quotidianamente al giudice di pace, per dirimere i contenziosi che i consumatori pongono al nostro servizio di consulenza in Internet, SOSonline , e sappiamo che, a parte alcune isole felici, la situazione strutturale e' generalmente al di sopra della soglia critica, cosi' come e' stato anche ben descritto dal segretario dell'Unione nazionale dei giudici di pace, Gabriele Longo, che ha elaborato i dati del ministero in una specifica pubblicazione (Giudici di pace nel triennio 1996-1998, appena aggiornata).
I nostri governanti/legislatori questo lo sanno bene. Infatti intendono "riequilibrare le esigenze di diffusione territoriale e quelle di efficienza e di economicita'", ma per farlo avrebbero bisogno di una nuova delega al Governo che, considerati i pochi mesi che ci separano dal suo scioglimento per il rinnovo della Legislatura, dubitiamo ci sara'. Quindi il debutto delle nuove funzioni, che avverra' nella primavera del 2001, ci sara' con lo stesso numero di giudici di oggi e con le stesse strutture di oggi. E dopo le elezioni, quando sara' fatto il nuovo Governo, non crediamo di essere allarmisti nel credere che -sempre se ci sara' la volonta' politica di farlo- correrra' almeno un anno per questa nuova delega, e poi ci vorranno non sappiamo quanti anni -non tanto per entrare a regime- ma per averne i primi effetti. Nel frattempo i giudici di pace gia' intasati con le competenze attuali, avranno un intasamento maggiore e il servizio per gli utenti sara' peggiore di quello attuale.
Proprio di recente, con la cosiddetta riforma sanitaria del Governo D'Alema (ministro della Sanita' Rosy Bindi) si era presa una cantonata simile: gli spazi ospedalieri per l'attivita' intramoenia dei medici, decisi e strombazzati come incontro delle esigenze professionali dei medici con quelle del servizio sanitario pubblico, ma inesistenti per carenza e assenza di strutture.
E' risaputo che perseverare e' diabolico, ma i nostri governanti, specializzati nell'invertire i significati delle parole e dei concetti, ignorano anche questo semplice detto popolare, anche perche' crediamo che nessuno di loro, incazzato magari per una ingiusta multa con l'autovelox o perche' la Telecom non vuole dargli l'elenco dei numeri chiamati, si rivolgera' all'Aduc per chiedere come fare, e poi andare dal giudice di pace: e' la differenza tra Paese legale e Paese reale.
Ci voleva tanto a capire che queste buone intenzioni, prima di essere operative, avevano bisogno di forti iniezioni strutturali? Si', probabilmente ci voleva tanto, o, forse, non gliene fregava piu' di tanto, perche' la patata incandescente sanno che la passano ad un Governo in cui non ci saranno, e se possono gia' da ora concepire situazioni per metterlo in difficolta', ne sono ben lieti: l'ennesima immolazione dei diritti dei cittadini utenti sull'altare degli equilibri del potere.
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