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CONFERMA CDA DELLA RAI
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Comunicato 
11 febbraio 2000 0:00
 


"LA MALEDIZIONE DELL'11 FEBBRAIO"
TUTTO COME PRIMA GRAZIE ANCHE AL RICOSTITUENTE DELLA PAR CONDICIO SULL'INFORMAZIONE POLITICA.
IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI VIGILANZA DOVREBBE DIMETTERSI PER IMPOSSIBILITA' DI ESERCITARE IL SUO UFFICIO.

Firenze, 11 Febbraio 2000. Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Le date sono importanti nella storia, e l'11 febbraio e' la piu' frequente per ricordare gli avvenimenti che segnano l'avvento di periodi bui, dove, sostanzialmente, la ragion di Stato viene fatta prevalere su quella degli individui che compongono la societa'.
L'11 febbraio 1929 e l'allora presidente del Consiglio dei Ministri, Benito Mussolini, decise che l'Italia doveva avere la religione di Stato, quella cattolica apostolica romana. Poi venne il 1984, e sempre l'11 febbraio, l'allora presidente del Consiglio dei ministri, Bettino Craxi, decise che l'accordo (Concordato) andava reso piu' moderno per meglio confermare il ruolo e gli obblighi della religione di Stato.
Siamo arrivati all'11 febbraio del 2000, e l'attuale presidente del Consiglio dei Ministri, attraverso le sue ramificazioni parlamentari, ha deciso di confermare la gestione della televisione di Stato per come e' stata "di Stato", da far rimpiangere le gestioni parrocchiali di Ettore Bernabei in piena euforia monopolistica.
La chiameremo "la maledizione dell'11 febbraio", per usare un linguaggio e un'immagine tipiche della nostra cultura italiana.
Dietro questa tragica coincidenza delle date, c'e' la tragedia degli italiani, considerati poco meno che una batteria di galline da uova che, per farli meglio produrre, vengono incollati davanti ad un televisore che indottrina continuamente per far meglio produrre l'uovo, secondo forme, dimensioni e peso che il mercato puo' assorbire senza tentennamenti, cosi' come -poi- sperano che sia il comportamento dei sudditi a scuola, lavoro e tempo libero.
E questa riconferma ha anche un'arma maggiore: il ricostituente della legge sulla par condicio sull'informazione politica, dove l'intelligenza dell'utente e' considerata -per l'appunto- alla stregua del cervello della gallina di cui sopra.
Comunque non speravamo grandi cose. Eravamo preparati a tutto, anche al peggio, e le ultime parole non sono ancora dette, perche' nei prossimi mesi di campagne elettorali regionali e referendarie, ne vedremo delle belle: gli immani sforzi che l'utente medio fara' per capire quali siano le materie del contendere, crediamo -come in passato- saranno vani, e percio' dovra' limitarsi o a non partecipare o a farlo rispetto alla propria chiesa di appartenenza.
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