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LA CONSOB VIETA L'INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA VIA INTERNET
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Comunicato 
24 gennaio 2000 0:00
 


LA CARROZZA A CAVALLI CONTRO L'ECONOMIA GLOBALIZZATA E AUTORESPONSABILIZZATA DI INTERNET .....

Firenze, 24 gennaio 2000. La Consob, per la prima volta, ha vietato la promozione via Internet di un fondo di investimento, Galileo, costituito nelle isole Vergini e svolta da un'azienda con sede in Italia e un'altra a Chicago/Usa. Queste aziende non avrebbero l'autorizzazione per la promozione.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Ci immaginiamo le risate che l'azienda di Chicago si sta facendo dopo questo divieto. Come fara' la Consob a far si' che dalle parole il suo divieto divenga operativo? Fara' pressione sul Governo perche' tutti i movimenti di capitali dall'Italia all'estero ritornino ad essere controllati e consentiti con il contagocce? Non vediamo altri strumenti, altrimenti vuol dire che la Consob non sa neanche di cosa sta parlando.
Il suo intento e' la tutela del risparmiatore, e lo fa erigendo dei muri li' dove non c'e' il terreno perche' stiano ritti. Il suo regolamento per ottenere la patente di intermediario finanziario via Internet, stabilito l'anno scorso, dice che se si verificano alcune circostanze che fanno credere si tratti di un'offerta rivolta ai risparmiatori italiani, allora si deve sottostare alla legislazione nazionale. Queste le condizioni: la lingua italiana, i prezzi in lire, il riferimento a fatti italiani, la reperibilita' del sito web attraverso i motori italiani ed eventuali campagne pubblicitarie contemporanee effettuate su media diversi da Internet, il numero di residenti in Italia che gia' vi aderiscono.
E, come dimostra il divieto di oggi, sono regole impossibili da applicare, e soprattutto non e' chiara la pena in caso di violazione. Il sito web condannato non ha questi requisiti, e se il risparmiatore italiano ci si rivolge lo stesso, cosa succede? Quali strumenti per individuarlo? E, soprattutto, quale reato: e' forse vietato che il risparmiatore acquisti prodotti finanziari all'estero? E' vietato parlare e scrivere in italiano in altri posti che non siano l'Italia?
Interrogativi del genere potrebbero andare avanti all'infinito, e sarebbero tutti senza risposta. Il problema e' nell'impostazione, che cerca di tradurre in Internet un metodo che viene usato al di fuori della rete e in un territorio omogeneo dal punto di vista normativo. Ma in Internet non e' cosi' e quando si cerca di dimenticarselo, si fanno solo delle goffe figure.
Le energie, quindi, da organismi nazionali come la Consob, dovrebbero essere utilizzate per meglio garantire i diritti dei risparmiatori ad essere informati, ad avere accesso ai mezzi di transazione in modo chiaro e trasparente, per meglio leggere e individuare cio' che fa alla propria bisogna.
Il mezzo Internet e' ingovernabile, e si fa un baffo di qualunque divieto. L'unico approccio e' quello che stanno ben applicando negli Usa, dell'autogoverno e dell'autodisciplina per individuare i marchi di qualita' e serieta' professionale. Con i divieti, come quello di oggi, si rimane con la carrozza a cavalli.
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