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DEREGULATION DELLE POSTE
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Comunicato 
17 luglio 1999 0:00
 

COME AGGIORNARE AI TEMPI UN DISSERVIZIO, CONCEDENDOSI -GRAZIE AL MONOPOLIO- DI DIMENTICARE LA QUALITA'.
L'ADUC PRESENTA UNA DENUNCIA ALLA COMMISSIONE EUROPEA.

Firenze, 17 Luglio 1999. Il Governo ha varato la cosiddetta deregulation a tappe delle Poste spa, recependo -come dicono a palazzo Chigi- le norme Ue.
Registriamo il fatto con preoccupazione, e siamo determinati per arrivare ad un servizio che sia preciso, corretto e onesto -aggettivi oggi assenti nelle prestazioni delle Poste.
Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Il provvedimento e' impostato per garantire alle Poste un passaggio il piu' possibile vantaggioso dal monopolio alla liberalizzazione. Si mantiene il servizio monopolista dove il guadagno e' maggiore (corrispondenza interna e transfrontaliera fino a 350 grammi, posta ibrida telematica); si liberalizza li' dove il mercato e' gia' in crisi: pubblicita' diretta per corrispondenza (settore quasi desueto per l'affermazione di nuove forme di comunicazione dei messaggi pubblicitari), e scambio dei documenti (settore in via di estinzione grazie all'affermarsi della posta elettronica).
I servizi dove le Poste continueranno ad essere unico gestore, sono quelli in cui incapacita' e furbizia sono ampiamente dimostrate da anni di disservizi e aumenti truffaldini dei costi per l'utenza (l'ultimo e' quello della posta prioritaria che, cancellando quel minimo di puntualita' del servizio standard, ha di fatto aumentato i prezzi del 50%: bisogna pagare 1200 lire per avere lo stesso servizio che prima si aveva con 800 lire … ovviamente, sia prima che dopo, questo servizio non era garantito da rimborsi in caso di disservizio).
L'attenzione degli estensori del cosiddetto piano di deregulation -e del Governo che lo ha accettato- non si e' concentrata per far fronte al disservizio continuo di questi anni, e al suo progressivo peggioramento, ma solo su un presunto risanamento aziendale, contando su fatto che gli utenti, non avendo alternative, sono obbligati ad utilizzarlo.
Noi siamo convinti proprio del contrario, e crediamo che questo cosiddetta deregulation servira' solo a procrastinare l'agonia di un'azienda che -pur se privatizzata- continua a fornire servizi come quando non lo era. E crediamo che bisognerebbe intervenire proprio li' dove il disservizio e' maggiore, aprendo un mercato che, libero, farebbe migliorare la qualita', in generale e anche alle stesse Poste (ed e' con la qualita' che le aziende si risanano). Non voler capire che e' il mercato che fa la qualita' e' sintomo di un finto rinnovamento, messo in opera solo per meglio interconnettere gli interessi di potere -sindacali e di partito- che si alimentano con i soldi obbligati degli utenti.
Per queste ragioni abbiamo inviato le nostre osservazioni al Commissario Ue alla Concorrenza, denunciando il finto processo di liberalizzazione, e chiedendo di respingere
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