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DISTRIBUZIONE GIORNALI
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Comunicato 
12 gennaio 1999 0:00
 

IN PARLAMENTO SI DISCUTE COME CAMBIARE PER NON CAMBIARE. E IL CONSUMATORE SARA' SEMPRE PENALIZZATO … PENALIZZANDO IL CONSUMO.

Firenze, 12 gennaio 1999. E' in discussione alla Camera la nuova legge per la creazione di punti vendita sperimentali di giornali. Dovrebbe essere approvata velocemente per essere poi esaminata dal Senato e approvata definitivamente entro il 25 aprile, la data fissata dalla legge Bersani per la liberalizzazione della rete di vendita.
Interviene il presidente nazionale dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Sparito nel nulla il limite dei 300 metri di distanza dalle attuali edicole, entro cui poteva essere istituito un nuovo punto vendita, si e' provveduto a crearne un altro per impedire che i giornali siano effettivamente venduti in ogni luogo: i punti vendita devono essere tabaccai e bar con superficie di almeno 1500 mq, librerie oltre i 120 mq e strutture di vendita oltre 700 mq. A parte che sfidiamo chiunque a trovare un tabaccaio che abbia una superficie di vendita oltre i 1500 mq, e' evidente che le dimensioni da rispettare sono state studiate proprio perche' la distribuzione dei giornali non sia capillare, ma si faccia finta di liberalizzare per lasciare il monopolio agli edicolanti e ai loro attuali grossisti. L'acquisto del giornale e' un gesto semplice, che si puo' fare ovunque proprio perche' il prodotto che si acquista e' di larga diffusione e sta bene in qualunque esercizio commerciale, ma questo sembra non interessare il legislatore.
Se la legge andra' in porto cosi' com'e', il suo effetto sara' solo dannoso, perche' non cambiare nulla facendo finta di aver liberalizzato servira' ad eliminare qualunque speranza di poter un giorno comprare un giornale mentre, la mattina, si prende il caffe' nel bar sotto casa o sotto l'ufficio.
E non solo saranno danneggiati i consumatori, ma anche il consumo di giornali, che in questo modo non trovera' certo ossigeno per risollevarsi dai numeri negativi che continuano a crescere. E meno giornali -pur senza entrare nello specifico dei loro contenuti- significa comunque meno informazione, meno cultura e meno consapevolezza civica
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