testata ADUC
EURO E PAGAMENTI IN LIRE
Scarica e stampa il PDF
Comunicato 
12 gennaio 2001 0:00
 


I PREZZI CONTROLLATI AUMENTATI RISPETTO ALL'EURO SONO UN INVITO ALLA FRODE FISCALE E AL LITIGIO FRA COMMERCIANTI E CONSUMATORI.
L'ADUC CHIEDE CHE I MINISTERI SPECIFICI FORMULINO CIRCOLARI INTERPRETATIVE/APPLICATIVE A CUI TUTTI POSSANNO ATTENERSI FINO AL 28 FEBBRAIO

Firenze, 12 gennaio 2001. La situazione euro/lira, nonostante i vari trionfalismi tranquillizzanti, non e' sotto controllo, perche' ci sono una serie di presupposti che lo impediscono, in particolare relativi ai prezzi controllati, cioe' quelli che sono decisi dallo Stato.
Nella fattispecie -dice il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- stiamo parlando dei prezzi delle sigarette, cosi' come sono stati stabiliti dal decreto governativo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 31 dicembre 2001. Sono prezzi espressi in euro e in lire, con il relativo cambio. Il consumatore decide di acquistare in lire o euro rispetto ai suoi desideri e necessita', e il tabaccaio deve accettare entrambe le valute. La situazione diventa problematica quando si deve pagare in lire, per esempio, nell'acquisto di un pacchetto di Marlboro (3 euro, cioe' 5.809 lire) o Muratti (2,94 euro, cioe' 5.693 lire) o Gauloise (2,45 euro, cioe 4.744 lire) o Lido (2,18 euro, cioe' 3.679 lire), e cosi' tutte le altre marche di sigarette: come si fa a pagare le lire che non siano 50 o 100? Arrotondando, ovviamente! E chi stabilisce se deve essere per difetto o per eccesso? E perche' il tabaccaio, che vende un prodotto di monopolio con regole rigide, deve avere dei registri contabili che non gli tornano? Sono questi ultimi passibili di contravvenzione per aver venduto ad un prezzo difforme da quello imposto?
E' evidente che il Governo non si e' posto questo problema quando ha emanato il decreto con gli aumenti, e quindi ha legiferato in violazione della legge stessa. Il Governo, ne' piu' ne' meno come qualunque altro bottegaio, ha pensato in euro, ed ha alzato i prezzi arrotondando in euro, dimenticandosi che, a tutti gli effetti validi, ci sono anche i pagamenti in lire fino al 28 febbraio.
La cosa piu' semplice, per lo "Stato bottegaio" e per i "bottegai doc", sarebbe stata una semplice traduzione in euro dei prezzi in lire, anche perche' l'euro, grazie alle monetine dei centesimi, si presta a questo tipo di cambio e, con buona approssimazione (stabilita' gia' per legge), accontenta tutti. Invece la lira, circolando solo pezzi da 50 e 100, porta ad arrotondamenti forzati e arbitrari.
Come ovviare? La cosa piu' semplice sarebbe rifare i decreti che hanno modificato i prezzi, ma dubitiamo che ci sia una volonta' politica, nonche' pratica, in merito. Per cui chiediamo al ministero dell'economia e delle Attivita' produttive, quantomeno che facciano delle circolari esplicative e di indirizzo, in modo che fino al 28 febbraio, non avremo -sempre seguendo il nostro esempio- tabaccai con libri contabili sballati, e consumatori che per ogni pacchetto di sigarette stanno a soppesare il livello di fregatura o meno che stanno per avere dal solito tabaccaio.
Pubblicato in:
 
 
COMUNICATI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS