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EURO E SANITA'
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Comunicato 
9 gennaio 2001 0:00
 


L'INFERNO FIORENTINO: FINO AL PRIMO MARZO NIENTE PAGAMENTI IN EURO

Firenze, 9 gennaio 2001. Si presuppone che la pubblica amministrazione sia quella meglio e prima attrezzata per far fronte al change-over lira/euro, in quanto strutture al servizio di un cittadino che, mai come in questo momento, ha bisogno del sostegno e del servizio pubblico. Un presupposto -dice il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- che dovrebbe valere anche per la Sanita'.
Facile a dirsi, ma impossibile a farsi. Se si devono ritirare delle analisi, nei vari ambulatori dove abitualmente si puo' pagare direttamente, si scopre che i pagamenti sono possibili solo in lire. Senza un'omogeneita' che faccia presupporre disposizioni generali della regione o della specifica Asl. Dove e' possibile il pagamento diretto, lo si puo' fare solo con i vecchi biglietti in lire. E, con informazioni diverse, viene detto che sara' cosi' fino alla fine di febbraio (lungarno Santa Rosa, distretto 4), o, in altro ambulatorio (viale Morgagni, distretto 2), fino alla fine di gennaio. E se un utente non ha piu' lire, perche' ha seguito il giusto consiglio che gli viene dato in ogni angolo, cioe' di entrare subito nell'euro? Bollettino di conto corrente postale (in lire ovviamente) e coda stratosferica alle Poste, con relativo aggravio di lavoro e di coda perche' si effettua un pagamento in lire utilizzando l'euro, e magari bisogna anche avere il resto, in euro: una serie di operazioni di cambio, con relative verifiche di chi giustamente non ha dimestichezza con la nuova moneta che, come minimo, fara' andare in escandescenze qualcuno in fila dietro chi, da utente della Sanita', e' stato "gentilmente" scaricato sulle Poste.
E' una situazione fiorentina, perche' telefonando in altre citta' della Toscana, si hanno risposte piu' tranquillizzanti sulla possibilita' di pagamento con una delle due valute circolanti, cosi' come telefonando in altre citta' italiane (dati che abbiamo rilevato con campioni generici, e non statistici).
E' evidente -mettendo le mani avanti- che qualunque risposta gli abili dirigenti della Sanita' locale ci daranno, lasceranno il tempo che trovano, perche' di fatto il giorno 9 gennaio, in una delle piu' importanti citta' italiane, amministrata dal presidente dell'Associazione nazionale dei Comuni d'Italia, questa e' la situazione.
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