testata ADUC
FARMACI DA BANCO
Scarica e stampa il PDF
Comunicato 
21 aprile 1999 0:00
 
COSMETICI, FARMACIE E FISCO.
COME "CAMPANO" I FARMACISTI USANDO DEBOLEZZE DELLO STATO E PRIVILEGIO CORPORATIVO DELLA PROFESSIONE.

Firenze, 21 Aprile 1999. I farmaci da banco sono il grande businness delle farmacie. L'assurdo monopolio di vendita impedisce che i consumatori possano trovare in piu' luoghi, e sempre disponibili, prodotti di uso corrente e continuo, e li sottopone a maratone di ricerca attraverso le farmacie di turno. In Paesi come gli Usa l'aspirina -che costa dieci volte meno che in Italia proprio per la distribuzione diversa e capillare nei luoghi di grande consumo- si acquista al supermercato, cosi' come molti altri prodotti che non necessitano di prescrizione medica.
Ma questo non basta alla corporazione dei farmacisti, perche' per incrementare il loro business garantito, usano in modo discutibile il titolo professionale che li fa stare oltre il banco dei loro negozi.
Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Spieghiamo il meccanismo. Quando si presenta una persona con ricetta, il farmacista non bada tanto a quello che c'e' scritto, e gli vende qualunque cosa, attaccando poi lo scontrino sulla stessa ricetta che, in quel modo, diventa un documento da usare per la detrazione fiscale nella denuncia dei redditi. E sulle ricette si prescrivono prodotti cosmetici, che si potrebbero anche acquistare in un supermercato, ma dove la prova d'acquisto non potrebbe essere utilizzata in questo modo. Non viene commesso alcun reato, perche' nulla vieta ad un medico di prescrivere con ricetta anche un dentifricio, e nulla vieta ad un farmacista di attestare l'acquisto in quel modo. Ma i farmacisti, per stimolare l'acquisto di alcuni prodotti che vendono in regime di concorrenza con non-farmacie, spesso ricordano ai clienti che sulle ricette possono farsi prescrivere cio' che vogliono e che poi lo possono "scaricare", anche perche' l'improbabilissimo controllo di cio' che allegano alla denuncia dei redditi e' di difficilissima comprensione, complice l'altrettanto incomprensibile grafia del medico che ha compilato la ricetta e la non identificazione del prodotto acquistato dal semplice scontrino.
Un comportamento che ci sembra molto poco deontologico, specialmente da parte di chi millanta una sua indispensabile utilita' nella distribuzione dei farmaci da banco, negando l'evidenza di essere solo macchinette distributrici di prodotti che usano altri canali -che non la professionalita' del farmacista- per convincere i consumatori a sceglierli.
Siamo coscienti che il nostro e' il Paese in cui si devono fare molte cose per campare … e queste sono le cose che fanno i farmacisti, usando il loro privilegio e il loro
Pubblicato in:
 
 
COMUNICATI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS