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FARMACIE A FIRENZE
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Comunicato 
17 aprile 1999 0:00
 

INFORMAZIONI INESISTENTI E FALSE. NUMERI VERDI INTROVABILI E INUTILI. SONO I RISULTATI DEL MONOPOLIO DELLA CORPORAZIONE DEI FARMACISTI.

Firenze, 17 Aprile 1999. Se si ha bisogno di una farmacia di sabato mattina, in orari non particolari, e la si cerca a Firenze, in centro citta', e' meglio non perdere tempo con le indicazioni che l'associazione dei farmacisti forniscono.
Cosi' il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Raccontiamo il piccolo tour che abbiamo fatto questa mattina e le successive telefonate.
Farmacia in via S.Gallo chiusa. Leggiamo il cartellino con molta difficolta' (eppure l'esperienza in cartellini non ci manca) e ci sembra di capire che e' aperta una in via Ginori. Ci andiamo, ma e' chiusa … "allora non abbiamo ben letto il cartellino ….". Andiamo, a mente, in un'altra in via Cavour, ma e' chiusa anche lei. Ci fermiamo a leggere meglio il cartellino, e ci rendiamo conto che e' incomprensibile e che il solerte farmacista ha aggiunto un cartellino scritto a mano che ricorda che il prefisso del numero verde e' ora "800", mentre lo stampato standard riporta ancora il vecchio "167". Smettiamo la ricerca e andiamo sicuri in una farmacia del Duomo aperta a tempo pieno. Rifacciamo il giro a ritroso e controlliamo tutti i cartellini: tranne quella in via Cavour, nessuno indica il cambiamento del prefisso del numero verde. Tornati in ufficio componiamo il numero e una sgradevolissima voce metallica preregistrata ci chiede di digitare il quartiere che ci interessa, dopodiche' la solita voce ci fa l'elenco delle farmacie del quartiere … aperte, come dice il nastro, ma nell'elenco c'e' anche quella chiusa di via Ginori.
Le riflessioni che giriamo all'associazione dei farmacisti e agli assessori comunali e regionali della Sanita' sono le seguenti.
Abbiamo gia' detto dei cartellini incomprensibili e del numero verde sbagliato, ma aggiungiamo che, visto che il centro della citta' e' solcato da migliaia di turisti -che sono una delle maggiori entrate economiche di questa citta'- non sarebbe sgradito che queste informazioni, oltre ad essere chiare e rispondenti al vero, fossero anche in qualche lingua diversa dall'italiano.
I contenuti del telefono verde, se l'utente s'e' ricordato del cambio del prefisso, sono inutili. Ve l'immaginate un turista che chiama e che si sente fare, come prima domanda, "digitare il numero del quartiere, prego"? Se e' italiano e capisce, la prima cosa che fara' sara' borbottare e abbassare la cornetta. Ci vuole tanto a mettere qualcuno, umano, che risponda? Troppo costoso? Per certe cose, se si vuole, i soldi si trovano, anche pubblici; basta volerlo.
Ci rendiamo conto che molto spesso i servizi sono solo dei fiori all'occhiello, ma quando si parla di servizi di prima utilita', prestarli in questo modo significa non solo dare un disservizio, ma rasentare il codice civile e penale.
Ci rendiamo anche conto che quest'associazione di farmacisti e' l'espressione di una corporazione che difende con i denti la sua posizione dominante di mercato e, per questo, crea disagi negli utenti e pericoli per la loro salute. E ci rendiamo ancora conto che il monopolio della distribuzione dei farmaci da banco porta nelle tasche dei farmacisti molti soldi. Ma le esigenze degli utenti bisticciano con quelle dei farmacisti che, nella maggiorparte dei casi, sono solo distributori di medicinali prescritti da altri o -come
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