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GARA UMTS
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Comunicato 
10 maggio 2000 0:00
 


LO STATO E' RIUSCITO AD ORGANIZZARE UN SISTEMA CHE NON PREMIERA' QUALITA' E CAPACITA', MA SE STESSO E LA SUA CORTE, A DANNO DEI CONSUMATORI

Firenze, 10 Maggio 2000. Il Governo ha deciso che le 5 licenze per i nuovi cellulari dovranno essere assegnate con una gara privata in due fasi: affidabilita' del richiedente e offerta economica.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Se qualcuno aveva sperato che l'uso delle frequenze della telefonia mobile per fare tutto quello che oggi si fa in Internet con la telefonia fissa, sarebbe stato ad appannaggio dei consumatori, e' bene che si ricreda. Il consumatore sara', invece, il solito anello finale, con poche possibilita' di scelta e, soprattutto, con un ininfluente potere nel determinare -con queste pur limitate scelte- la fortuna di questo o di quell'altro operatore in base a qualita' ed economicita' dei servizi che offrira'.
I motivi sono di duplice natura: peculiari al caso e, piu' in generale, al "capitalismo" e al "mercato" italiani.
Sullo specifico, non si capisce perche' non sia stata scelta un'asta pubblica senza limiti, usando il denaro come unico parametro, e affidando al mercato di premiare o meno i vincitori. Allo Stato cio' che interessava era incassare piu' soldi per farne l'uso che gli compete, ma non ce l'ha fatta a non far uso del suo vizietto di fondo: entrare nel merito delle questioni, senza attenersi a quella esclusiva funzione di garante del metodo, cosi' come sarebbe logico in un'economia di libero mercato.
E', per l'appunto, un "vizietto", e per questo va ben nascosto e presentato sotto il suo preciso contrario: ed ecco che, quindi, diventa "tutela del pubblico interesse". Un'impostazione di fondo che non considera il consumatore come capace e adulto nelle sue scelte.
"Vizietto" che si intreccia sui motivi piu' generali del "mercato" e del "capitalismo" italiano: lo Stato si trova a dover giudicare l'affidabilita' di se stesso. Aziende in lizza per la gara, come Tim, Wind, Blu, Acea, fino alla neo "Tu Tlc Utilities" (che fa capo ad Alitalia), cos'altro sono, se non aziende controllate dallo stesso Stato (per predominanza di quote azionarie o per poteri di golden share). Ecco quindi la nuova versione dello Stato controllore e controllato.
Non solo, ma proprio quell'affidabilita' che dovrebbe essere verificata nella prima fase della gara, diventa finta nel momento in cui si ha a che fare con aziende che, se vincessero la gara e si prodigassero nel fornire servizi pessimi a prezzi disastrosi per il mercato e i consumatori, potrebbero tranquillamente non chiudere e liberare alcune licenze a nuovi attori, perche' i loro bilanci potrebbero essere sanati da questo o quell'altro ministero e/o decreto e/o privilegio. Con il risultato che continuerebbero a offrire sul mercato i loro servizi scadenti, a danno dei consumatori.
La soluzione era molto semplice (vince chi offre di piu', e se poi non ce la fa sul mercato, libera il posto per un altro offerente che si spera sia migliore), ma per il nostro sistema economico sarebbe stato chiedere troppo: i borboni sono borboni. Aiutati anche da Renato Soru che -con stile statalista, mettendo in ballo il bene comune dell'etere e la democrazia dello stesso, al fine di spendere meno per comprarsi una licenza- ci ha offerto una pessima performance di new economy.
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