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GARANZIE SUI PRODOTTI:
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Comunicato 
23 marzo 1999 0:00
 
LA UE LA PORTA A DUE ANNI.
PLAUSO PER LA MIGLIORE CHIAREZZA IN UN AMBITO DOVE IL CONSUMATORE E' SPESSO OSTAGGIO DEL VENDITORE, MA NON BASTA: OCCORRE ANCHE STABILIRE I TEMPI DI RIPARAZIONE.

Firenze, 23 marzo 1999. L' Ue ha approvato, su indicazione della Commissione, un pacchetto di norme tra cui l'estensione della garanzia sulle merci vendute a due anni, con l'obbligo di riparazione o sostituzione per quelle difettose o, in alternativa, alla riduzione del prezzo pagato o la restituzione della stessa somma. L'effetto di questa direttiva e' dal 1 gennaio 2002.
Interviene l'Aduc per voce del suo presidente, Vincenzo Donvito.
In effetti questa direttiva fa giustizia di una situazione di enorme disparita', perche' gli acquisti oltre frontiera sono sempre piu' diffusi -specialmente grazie al diffondersi del commercio on-line con Internet- e il consumatore si trova di fronte a norme molto diverse fra loro: in Austria, Germania, Grecia, Portogallo e Spagna, la garanzia e' oggi di sei mesi, mentre in Francia e Olanda non ci sono limiti e in Gran Bretagna e Irlanda e' di sei anni. Il periodo minimo uguale per tutti da' piu' certezza al consumatore e lo invita a non diffidare di acquisti in mercati diversi da quello nazionale, aiutandolo nella ricerca di qualita' e convenienza; non solo, ma anche il produttore nazionale, sapendo di dover competere in un mercato piu' ampio e non ostico al consumatore, sara' invogliato a fornire una qualita' migliore.
Ma non basta, ovviamente. Perche' avuta la garanzia, il calvario del consumatore che ha acquistato una merce difettosa non finisce, anzi comincia. Il problema piu' diffuso sono i tempi biblici di riparazione della merce in garanzia, e la non diffusa abitudine di darne altra che sostituisca temporaneamente quella in riparazione. Succede spesso che l'oggetto difettoso debba essere inviato in un'altra citta', sede dell'azienda produttrice, per ripararlo, e tra viaggio e attesa molto spesso si attende mesi, non potendo usufruire di un bene che si e' gia' acquistato e pagato.
Quello che noi auspichiamo -e per questo inviamo nota specifica alla Commissione Industria di Camera e Senato e allo stesso ministero dell'Industria- e' che il legislatore nazionale, nel recepire questa direttiva, prenda in considerazione le difficolta' della quotidianita', di un consumatore spesso ostaggio di commercianti poco attenti, e legiferi in modo tale da imporre tempi massimi per le riparazioni e il prestito di oggetti simili a quello acquistato, in attesa che quest'ultimo sia riparato. Sarebbe un buon metodo per alleggerire di almeno il 30% le consulenze e assistenze in contenzioso che la nostra
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