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Governo. Acciaierie di Taranto: la Arcelor-Mittal sta rispettando il piano ambientale, dice il ministro dell'Ambiente. La bufala del "avevano già deciso"
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Comunicato di Primo Mastrantoni
18 novembre 2019 11:39
 
 La società Arcelor-Mittal, che gestisce le acciaierie di Taranto, sta rispettando il piano ambientale, anzi lo sta anticipando.
E' la dichiarazione del ministro dell'Ambiente, Sergio Costa (M5S).
 
Il piano ambientale della Arcelor-Mittal, da completarsi entro il 2023, prevede investimenti per 1,15 miliardi di euro, secondo gli accordi contrattuali sottoscritti con il Governo. Nel periodo di transizione, fino al completamento del piano, la produzione dell'acciaio non potrà rispettare le norme ambientali vigenti ed è per questo motivo che, prima i commissari governativi e, poi, la Arcelor-Mittal, usufruiscono del cosiddetto "scudo penale", che evita responsabilità attribuibili a coloro che stanno attuando il piano ambientale. 

Il ministro Costa afferma che lo scudo penale non serve perchè la Arcelor-Mittal è in regola con l'attuazione del piano ambientale. Qualcuno dovrebbe ricordare a Costa che gli impianti sono sotto sequestro giudiziario e che operare senza lo "scudo penale" significa essere trascinati in giudizio, con l'accusa di disastro ambientale e attentato alla salute pubblica, reati che prevedono condanne decennali.
Quale commissario o gestore rischierebbe di finire in galera?

Continua la bufala (a Roma si dice la fregnaccia) di esponenti politici e giornalisti, i quali sostengono che la Arcelor-Mittal aveva già deciso di andarsene per privilegiare investimenti in India. E' la dietrologia che ha sempre un certo fascino per i creduloni di turno.

Ricordiamo a costoro che la Arcelor-Mittal ha partecipato, e vinto, una gara europea per la gestione degli impianti, prevedendo investimenti per 4,2 miliardi con un contratto vincolante (dicasi vincolante) per 5 anni.
Se Arcelor-Mittal avesse abbandonato senza motivo, sarebbe stata trascinata in tribunale e i 4,2 miliardi, previsti per gli investimenti, sarebbero stati solo una briciola di quanto avrebbe dovuto pagare di sanzioni per rescissione contrattuale.

La realtà, e non la dietrologia, è che il Governo, annullando lo "scudo penale", ha modificato i presupposti contrattuali, determinando le condizioni per la rescissione del contratto con Arcelor-Mittal.

Chi se ne è andato è il Governo, non la Arcelor-Mittal.
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