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Governo. Le acciaierie di Taranto: cambiate le regole a gioco iniziato
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Comunicato di Primo Mastrantoni
7 novembre 2019 13:00
 
 Immaginate una partita di calcio dove, a gioco iniziato, si consente alla squadra A di commettere falli non punibili nei confronti della squadra B. Quale decisione prenderebbe il capitano della squadra B? Una sola: ritirarsi dalla partita.

Che cosa ha fatto il Governo nei confronti della società Arcelor-Mittal che gestisce le acciaierie di Taranto? Ha cambiato le regole del gioco a gioco iniziato.

Basta vedere questo schema per rendersene conto:
1. Il governo Pd approva lo "scudo penale".
2. Il governo Conte 1, M5s-Lega, abolisce lo "scudo penale".
3. Il governo Conte 1, M5s-Lega, reintegra lo "scudo penale".
4. Il governo Conte 2, M5s-Pd, abolisce lo "scudo penale".

Lo scudo penale serviva a garantire i commissari Ilva e, successivamente, i dirigenti di Arcelor-Mittal, da indagini giudiziarie, fino al raggiungimento degli obiettivi di risanamento ambientale.

Oggi, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si dichiara disponibile a reintrodurre lo "scudo penale" ma, a giugno scorso aveva dichiarato che lo "scudo penale" era un privilegio inaccettabile, tant'è che, nell'arco di tre mesi i governi, da lui presieduti, aboliscono, reintegrano e aboliscono lo "scudo penale".

Qualcuno si fiderebbe di un premier, e dei suoi governi, che cambia opinione a ogni piè sospinto, cambiando le regole a gioco iniziato?
Ovvio che no, e così ha fatto la Arcelor-Mittal, che ha avviato le procedure per la recessione del contratto per "giusta causa" e, visto che non si fida dei governi, ha alzato la posta.

Interessante è seguire quanto dichiarato da esponenti del M5s.

L'attuale ministro allo Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli (M5s), dichiara che la Arcelor-Mittal aveva già deciso di lasciare la gestione delle acciaierie; se così è, gliene ha offerto l'occasione abolendo lo scudo penale. Afferma Patuanelli che il piano industriale della Arcelor-Mittal era sbagliato, ma l'accordo  è stato firmato dal suo predecessore, cioè da Luigi Di Maio (M5s), il quale si vantava di aver "risolto la crisi dell'Ilva in tre mesi, quando gli altri in sei anni non ne erano stati capaci". 
Dunque, il ministro Patuanelli sconfessa il ministro Di Maio.
Ovviamente, non è un problema psichiatrico, ma di citrullismo, politico.

Passiamo alla senatrice pugliese del M5s, Barbara Lezzi, autrice dell'emendamento che ha fatto cadere lo scudo legale che, però, faceva parte del governo che ne aveva approvata la reintegrazione.
La Lezzi metteva in dubbio che il batterio Xylella fosse responsabile del disseccamento degli ulivi, sosteneva la "quasi immortalità" degli ulivi, "simbolo della Puglia, della dea Atena, della pace, dell'unione tra i popoli, forte simbolo nella religione cristiana, nonché della dieta mediterranea" e che, opponendosi al gasdotto Tap, dichiarava: "io adesso voglio sfidare chiunque a stendere un asciugamano sopra un gasdotto", ma il gasdotto passa 10 metri sotto la spiaggia! Da meditare.

Quale la chiave di lettura? Il prossimo anno si svolgeranno le elezioni regionali in Puglia e il M5s ha perso, tra le elezioni nazionali e quelle europee, il 20%. Sarebbe interessante sapere chi si candiderà alla presidenza della Regione Puglia. 

Nel frattempo, l'ombra del disastro delle acciaierie di Bagnoli (Napoli) si allunga su quelle di Taranto.
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