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Governo. Di Maio e la bufala che possiamo fare come la Francia
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Comunicato di Primo Mastrantoni
25 settembre 2018 12:49
 
  Alla ricerca dei 17 miliardi per il reddito di cittadinanza, promessi in campagna elettorale, il vice premier Luigi Di Maio, si è esercitato in un tentativo di imitazione malriuscito.
Cerchiamo di capire.

Il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, vuole una riforma fiscale che si traduca in un taglio delle tasse di circa 25 miliardi di euro, 19 miliardi per le imprese e 6 miliardi per le famiglie, portando il deficit dal 2,6% al 2,8%.

Immediatamente, il vice premier Luigi Di Maio, ha annunciato che anche il nostro Paese può fare come la Francia.

E' una bufala, perché basterebbe mettere a confronto alcuni numeri che Di Maio dovrebbe conoscere, ma che non sono comodi, così recita la commedia, batte i piedi e chiede soldi per il reddito di cittadinanza, sul quale ha incentrato la campagna elettorale.
Vediamo i numeri:
a) la Francia ha un debito del 96% sul Pil, l'Italia il 133%;
b) la Francia ha uno spread di 31 punti, l'Italia di 230 punti;
c) la Francia, nel 2019, crescerà dell'1,7%, l'Italia dell'1%;
d) la Francia aumenterà il suo debito dello 0,2%, dal 2,6% al 2,8%, l'Italia vorrebbe un aumento del debito del 2%, dallo 0,8% previsto al 2,8% auspicato;
e) la Francia diminuirà le tasse per imprese e famiglie, l'Italia vuole elargire soldi nel reddito di cittadinanza e nelle pensioni;
f) la Francia ha un rating che inizia con la A, l'Italia con la B, e siamo appena due gradini dal classificare i nostri titoli pubblici come spazzatura;
g) la Francia è una repubblica presidenziale e il suo presidente Macron ha ampi poteri, il che significa che quel che dice farà. L'Italia è una repubblica parlamentare, e quel che dice il vicepremier Di Maio deve essere tutto verificato.

Il "facciamolo anche noi" serve, a tranquillizzare gli elettori del M5S, in attesa dei 780 euro netti del reddito di cittadinanza, in vista delle prossime elezioni europee. 
I soldi non ci sono, il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, non fa di mestiere il cercatore d'oro e i dirigenti del suo ministero non hanno ripostigli segreti dove nascondere i denari. 

Di Maio promette, l'importante è che il popolo ci creda.
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