Sull'argomento relativo al cosiddetto decreto Dignità
eravamo già intervenuti pochi giorni dopo la sua presentazione. Evidenziavamo il rischio che sarebbe aumentata la disoccupazione, il lavoro "nero" e i contenziosi legali. In effetti, perché mai un imprenditore dovrebbe complicarsi la vita con la nuova normativa? La scivolata sarà, purtroppo, tra lavoro precario e quello "nero" e non quello a tempo indeterminato. La stessa tabella ministeriale, approvata dal Consiglio dei Ministri, presente Di Maio, prevedeva 8 mila disoccupati l'anno in più.
"Lo spread è un numero, come il Pil, che da solo non serve a misurare la felicità di un Paese o le performance della sua economia.", dichiara Di Maio. Sulla felicità non mettiamo bocca, ma i numeri di spread e Pil sono indici della situazione economica di un paese: se aumenta lo spread aumenta il debito pubblico e diminuisce la disponibilità di spesa verso i cittadini e il Pil rappresenta il valore della ricchezza prodotta in un paese. Evidentemente Di Maio ha qualche difficoltà a rapportarsi con i numeri economici; suggeriamo un corso accelerato presso il suo collega, il ministro Tria.
Insomma, al ministro Di Maio possiamo attribuire un incarico, sostitutivo dell'attuale: ministro della Disoccupazione (volendo del Lavoro Nero) e della Povertà.