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Imposta/canone Rai e rimborsi. Lo specchio di arroganza, mala-burocrazia e menefreghismo
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Comunicato di Redazione
7 novembre 2019 8:40
 
  Quei pochi che si sono azzardati a chiedere un rimborso all’Agenzia delle entrate per errori della stessa in merito alla riscossione del cosiddetto canone Rai (che in realtà è un’imposta sul possesso di un tv) in bolletta elettrica, se sono riusciti ad ottenere il dovuto si devono ritenere fortunati. La maggior parte di coloro che hanno cominciato a provarci è altamente probabile che ci abbiano rinunciato. I fatti che vengono descritti nella lettera di questo utente che ci ha scritto sono lo specchio di un sistema gestito da persone arroganti, che volutamente usano la burocrazia come scudo alla loro mala-disponibilità di svolgere un servizio per la comunità, persone menefreghiste intente solo ad essere dove sono senza un minimo di ritegno civico e di dovere istituzionale (che la funzione che svolgono dovrebbe richiedere).
C’è da riconoscere che il nostro utente è stato particolarmente dedito (anche nel tempo) a far valere il proprio diritto e, secondo noi, anche troppo paziente. Ma non tutti sono così, e questo all’Agenzia lo sanno bene e se ne fregano. Non c’è da stupirsi che, visti anche gli importi in gioco, mollare di fronte a sfacciate menzogne e incomprensibili rimandi divenga scelta saggia.

E ill nostro utente è evidente che non ha mollato. La sua lettera (qui nella versione integrale) con la nostra risposta, inviataci attraverso il nostro sistema di consulenza SOSonline, è stata pubblicata nella rubrica Cara Aduc del nostro web, sì che possa essere da esempio e monito per tutti coloro che potrebbero trovarsi in una simile situazione.

Ecco il testo

In data 5/10/2016 inviavo all'Agenzia delle Entrate, tramite modulo predisposto dall'Agenzia stessa, richiesta di rimborso del canone televisivo, canone non dovuto dal momento che era stato addebitato sull'utenza di mia madre, deceduta, della quale io ero l'erede non convivente, e in quanto l'abitazione cui si riferiva il canone costituiva la mia seconda casa.
Non ricevendo alcun rimborso nè alcuna risposta, chiedevo ripetutamente spiegazioni con lettere del
- 2 e 15 febbraio 2017,
- 9 maggio 2017,
- e 13 luglio 2017.

Il 4 agosto 2017 l'Agenzia mi segnala che nella mia richiesta mancano i dati del de cuius. Non è vero, ma trasmetto nuovamente i dati richiesti.
L 'accredito però non viene effettuato.
Scrivo, telefono: mi si dice di compilare una nuova richiesta in quanto la precedente era "carente degli elementi necessari per procedere al rimborso".
Poiché per compilare il modulo senza errori o omissioni non basta una laurea, eseguo la compilazione con l'ausilio del figlio di un operatore dell'Agenzia, il quale mi fa presente l'ipotetico errore: l'avere indicato nella motivazione del rimborso il codice 6 anziché il codice 4.
Il 21 settembre 2017 (è passato circa un anno) invio il nuovo modulo.
Passano mesi, ma nelle fatture dell'energia elettrica non risulta alcun accredito.
Arriviamo al 2018.
Il 12 marzo telefono al numero verde dell'Agenzia: mi viene riferito che in data 8 marzo è stata inviata autorizzazione di rimborso al mio operatore di energia elettrica. Quest'ultimo mi segnala però di non aver ricevuto alcuna comunicazione in merito e di non poter quindi provvedere al rimborso.
Ma gli operatori dell'Agenzia delle Entrate mi rassicurano e mi raccomandano di avere pazienza.
Il 7 settembre (sono passati circa 2 anni) scrivo nuovamente per avere informazioni.
Finalmente il 15 novembre 2018 mi viene riferito che la mia istanza di rimborso è stata accolta e il 6 dicembre mi viene preannunciato l'invio di un vaglia cambiario di 90 euro (accetto, anche se l'importo addebitatomi ammontava a 100 euro).
Penso che la questione sia finalmente risolta.
Pura illusione!
Il vaglia non arriva.
Per due volte, in data 24 luglio 2019 e 4 agosto 2019 scrivo all'Agenzia sollecitandone l'invio.
L’Agenzia, una volta tanto, mi risponde a stretto giro di posta per informarmi che, dalle verifiche effettuate, l'importo spettantemi a titolo di rimborso è stato erogato in una fattura della quale mi vengono precisati numero, data e gestore dell'energia elettrica.
Tutto bene?
Neppure per sogno!
Questi dati non si riferiscono alla mia utenza, che non corrisponde minimamente a quella indicata dall'Agenzia delle Entrate.
Di nuovo scrivo all'Agenzia per fare presente l'errore, essendo quasi impossibile contattarla telefonicamente.
Risultato? Nessuna risposta.
Sono passati più di 3 anni...
Che fare?
Grazie della risposta e dei consigli che spero vorrete darmi.
Cordiali saluti


la riposta di Aduc
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prima di tutto complimenti per la tenacia e la perseveranza. A questo punto, visto che anche l'Agenzia delle Entrate ha riconosciuto che lei ha ragione, dovrebbe procedere anche con la pretesa dei danni che le hanno arrecato. Si faccia valere con una lettera raccomandata A/R o PEC di messa in mora: http://sosonline.aduc.it/scheda/messa+mora+diffida_8675.php
Poi, in merito alla risposta o meno che riceverà, occorrerà che valuti come e se portarli in causa.
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