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INAUGURAZIONE ANNO GIUDIZIARIO
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Comunicato 
12 gennaio 2001 0:00
 


IL SOLITO QUADRO DI INEFFICIENZA E MALATTIA CON UNA PROSPETTIVA DI AGGRAVAMENTO

Firenze, 12 Gennaio 2001. "Il grande malato e' il processo, sia civile sia penale, ed e' su di esso che occorre intervenire", "…. e' necessario anche operare per limitare il numero delle vertenze azionabili davanti al giudice", " …. si tende a giurisdizionalizzare tutto": sono alcune delle parole del discorso di inaugurazione dell'anno giudiziario, pronunciate dal Procuratore generale presso la Corte di Cassazione, Francesco Favara.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Se questo appello non-nuovo e che sentiamo ripetere ogni anno in occasioni simili, lo affianchiamo all'iniziativa del sottosegretario alla Giustizia, Franco Corleone, di iniziare un digiuno per "aiutare la consapevolezza di chi puo' ed ha in mano la determinazione del che fare" sulla questione del cosiddetto indultino, e' evidente che siamo in condizioni drammatiche, dentro un meccanismo che non sta seguendo una strada per venirne fuori: se chi ha responsabilita' e poteri esecutivi (come quelli del sottosegretario alla Giustizia con delega ai problemi penitenziari) per far valere le sue ragioni deve ricorrere ad un'arma cosi' estrema come il digiuno, vuole dire che Stato e Governo non dialogano e, soprattutto sono reciprocamente sordi.
E' bene ricordare, anche, che la Corte di Giustizia di Strasburgo continua imperterrita a condannare l'Italia per la lunghezza dei processi, garantendoci un primato europeo che alcuno ci scalfisce.
Questo e' il contesto in cui -"procacciatori di affari" per chi amministra la Giustizia, quali noi dell'Aduc siamo intentando di frequente cause civili e consigliando (perche' senza alternative) a ognuno di ricorrere al giudice di pace financo per farsi dare, per esempio, i dettagli di una fattura di Telecom- dobbiamo agire per cercare di avere giustizia. Nel Paese in cui il Parlamento dibatte e legifera su quanto deve essere il tasso dei mutui immobiliari, e' evidente che non c'e' il tempo per impedire che un sottosegretario faccia un digiuno "per aiutare la consapevolezza", o per prendere provvedimenti a moltiplicare organici e sedi, che' -tecnologicamente all'altezza dei tempi- siano in grado di soddisfare la domanda di giustizia.
I poteri forti dei monopoli di Stato e di Governo hanno la maggiore responsabilita' di questa situazione, sia perche' con loro il cittadino utente e consumatore riesce a dialogare solo con l'uso del procedimento giudiziario (intasando cio' che e' gia' intasato …), sia perche' il loro arroccamento gestionale (come nel monopolio delle carceri, per esempio) e' teso alla conservazione di se stessi quanto piuttosto alla semplificazione e soluzione dei problemi. Tutto oggi passa attraverso il procedimento giudiziario: dall'avvio del decoder unico alle tariffe Rc-auto, dalla frammentazione del monopolio dell'energia alla definizione del nuovo assetto delle telecomunicazioni, dal prezzo della benzina all'informazione pubblica, etc.. Ed e' evidente che il perdurare di questa economia bloccata non puo' che favorire il peggioramento della situazione, fino all'impazzimento del potere esecutivo che digiuna contro quello legislativo (le dimissioni, che forse sarebbero piu' logiche, ormai, sono roba di due secoli fa ….).
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