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INCENDI E CODICE PENALE
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Comunicato 
10 agosto 2000 0:00
 


NON E' INASPRENDO LE PENE CHE SI COMBATTONO GLI INCENDI, MA MODIFICANDO ALLA RADICE LA POLITICA AMBIENTALE DELLO STATO CHE, DISINTERRESSANDOSENE, DOVREBBE SOLO FORNIRE DELLE LINEE GUIDA AI PROPRIETARI

Firenze, 10 Agosto 2000. Stamane il Senato della Repubblica si e' riunito per la presentazione del decreto legge che istituisce il reato di incendio boschivo, con pene maggiori per i piromani.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Alla presenza deprimente di 7 senatori sugli oltre 300 che ne fanno parte, il Senato ha dato legittimazione ad un decreto legge con cui viene modificato il Codice Penale. Del resto con uno dei due rami del Parlamento che si "riunisce" con un rappresentante del Governo (Carla Rocchi), uno dei suoi vicepresidenti (Domenico Fisichella) e 5 senatori, ci si deve stupire di cosi' tanto potere affidato a chi, costituzionalmente, avrebbe solo quello esecutivo? Ad ognuno cio' che si merita, e a noi, questo inutile decreto che non affronta il problema, ma mostra solo la mascella piu' dura dello Stato.
Secondo gli sponsor di questo decreto -in prima fila il ministro delle Politiche Agricole- gli incendi dovrebbero diminuire perche' i piromani saranno spaventati dalla prospettiva di un carcere da 6 a 15 anni. Una ipotesi che esiste solo nella visione "romantica" dello scellerato pompiere o volontario che da' fuoco ai boschi per avere un po' di lavoro in piu', e che puo' servire a colmare il vuoto di notizie sui presunti responsabili. Ma le vicende sono altre.
La maggiorparte delle zone colpite sono quelle protette da vincoli pubblici, quindi senza valore economico e senza indennizzi. Per cui non e' difficile ipotizzare che, con la loro distruzione, i proprietari, gia' privati del diritto di decidere sui propri beni, e privati pure di quei piccoli vantaggi che potevano trarne dal punto di vista naturalistico, saranno facilmente tentati di cedere alle offerte del mercato clandestino edilizio, con case a prezzi molto vantaggiosi rispetto al mercato immobiliare. Un legame tra incendi e delinquenza edilizia, non ci sembra tanto campato in aria!
Con questo decreto legge e la meritata sceneggiata del Senato, si fa finta che cio' non esista: come al solito lo Stato non vuole ammettere di essere stato incapace di intervenire alla radice dei problemi, ma di essersi limitato al ruolo di giustiziere. Nella logica delle cose sarebbe spontaneo attendersi che altre strade fossero sperimentate, ma cio' non avviene perche' significherebbe rimettere in discussione equilibri di poteri (in questo caso ambientalisti) che sono determinanti per il mantenimento della compagine governativa: il solito prezzo, sempre piu' alto, che gli italiani devono pagare sull'altare della governabilita'.
Noi diciamo che lo Stato, come dimostra ogni estate e non solo, e' incapace di gestire questo livello di sicurezza ambientale, per cui deve disinteressarsene e restituirlo ai loro legittimi proprietari, che, rifacendosi a delle linee guida generali, potrebbero fare meglio.
L'alternativa e' continuare a dimostrare il totale fallimento della politica dello Stato in merito, e ad avere sempre meno boschi e vegetazione in Italia, e sempre piu' abusivismo edilizio.
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