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INCIDENTI STRADALI: I NODI VENGONO AL PETTINE
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Comunicato 
9 giugno 2001 0:00
 


E' IL COSTO DELL'ITALIA DEL NON-FARE: LA VOGLIA DI INCASSARE DAL SANZIONAMENTO E' SUPERIORE A QUALUNQUE INIZIATIVA PER CREARE LE CONDIZIONI IN CUI L'AUTOMOBILISTA NON DEBBA INFRANGERE IL CODICE DELLA STRADA.
INVERTIRE LA TENDENZA PER NON CONTINUARE SOLO A CONTAR MORTI

Firenze, 9 Giugno 2001. Ottantamila morti in dieci anni, duecentocinquantamila feriti, un costo di 42 mila miliardi per la collettivita' (un terzo dei quali sanitari), +0,4% di morti nell'ultimo triennio (mentre in Ue si registra un -2,7%). Sempre negli ultimi dieci anni una riduzione di morti in incidenti stradali del 6%, rispetto ad una media Ue del -21%. Cosi' due relazioni sullo stato della sicurezza stradale, elaborate dall'Ispettorato Generale per la Circolazione e la Sicurezza Stradale del ministero dei Lavori Pubblici.
Sono dati che ovviamente -dice il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- fanno riflettere tutti, soprattutto le nostra autorita' politiche e amministrative, inchiodandole in una sorta di fatalita' della situazione a cui annosamente non riescono a dare risposta e rimedio.
Siamo reduci dallo scorso week-end dove ci sono stati tragici avvenimenti che ci hanno preannunciato cosa succedera' in tutti gli esodi di questa stagione, e abbiamo l'impressione che ci dovremo limitare a fare da contatori dei morti.
E' di oggi la notizia che ci sarebbe stato l'ok definitvo per la variante di valico … ma e' un "definitivo" che abbiamo sentito tante di quelle volte che, fiche' non tocchiamo con mano, continueremo a non crederci: quale veto politico e di schieramento partitico si mettera' in movimento per impedire che si proceda?
Perche' il problema e' si' degli automobilisti che sono indisciplinati, degli autisti dei week-end, dell'eccessiva velocita', della stanchezza e dell'alcool al volante, di automobili costruite per viaggiare a 300 Km/h, della vecchiaia del parco auto circolante, delle cinture di sicurezza, dei caschi obbligatori, ma crediamo che sia solo una piccolissima parte: deduzione che scaturisce dal fatto che i numeri in Italia non diminuiscono a differenza degli altri Paesi, e ci sembra troppo semplicistico dire che gli italiani sono piu' indisciplinati di altri, mentre crediamo che sia un problema di infrastrutture e delle politiche che fino ad oggi le hanno governate: cioe' l'Italia del non-fare che ha continuato ad avere il prevalere su quella del fare, specialmente in un settore, quello del trasporto stradale, che e' incoraggiato e foraggiato da ogni sorta di modello culturale e incentivo economico.
E quindi i nodi vengono al pettine: nelle citta' si investe in schieramenti di vigilini per multare il piu' possibile e, come ci dice la Corte dei Conti, non si fanno i parcheggi per cui sono stati anche gia' stanziati i fondi; lungo le strade abbiamo un autovelox ad ogni cambio di territorio comunale e nessuno pensa a costruire terze e quarte corsie.
La voglia di incassare dal sanzionamento e' superiore a qualunque iniziativa per creare le condizioni in cui l'automobilista non debba infrangere il codice della strada: un comportamento amministrativo e politico che fa si' che, nella difficolta', chi e' preposto al suo superamento, cerca solo di approfittarne il piu' possibile.
E i morti di queste indagini diffuse oggi, quelli che avremo questi giorni e nei prossimi week-end sono li' a testimoniare questo comportamento amministrativamente criminale.
A noi il compito di denunciarlo: a chi si appresta a prendere in mano il nuovo Governo il compito di non farci essere ancora qui fra qualche mese e qualche anno a fare le solite, terribili e angoscianti denunce.
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