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Comunicato 
18 gennaio 2000 0:00
 


MA PIU' DI QUELLO CHE CI VOGLIONO FAR CREDERE.
E L'ITALIA CONTINUA A BALLARE E MANGIARE, MA HA DIFFICOLTA' A MUOVERSI, ABITARE, RISCALDARSI E CURARSI

Firenze, 18 Gennaio 2000. I prezzi al consumo a dicembre '99, rispetto allo stesso mese del '98, sono aumentati del 2,1%. Cosi' ci fa sapere l'Istat.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Aumento fisiologico? Tutto sotto controllo? Non crediamo, anche al di la' dell'evidente e preoccupante sfondamento rispetto al tetto di 1,5% previsto dal Governo nel Documento di programmazione economica e finanziaria.
I dati vanno presi con molta approssimazione, anche perche' l'indice di calcolo continua imperterrito a non considerare uno dei grandi capitoli di spesa dei consumatori e degli utenti: gli emolumenti all'Erario nelle sue varie forme dirette, che, da quando e' stato inventato e messo in pratica il cosiddetto federalismo fiscale, stanno confermando in modo cruento la loro posizione di primo piano.
In questa approssimazione quel che viene subito all'occhio, e' l'aumento di tutti i comparti con l'eccezione delle Comunicazioni: un ambito in cui la diminuzione dei costi non dipende certamente dalle scelte economiche del nostro Governo, ma segue un trend internazionale che, infatti, in altri Paesi sta dando riduzione di costi molto piu' consistenti (si provi a pensare al costo delle telefonate urbane, ancora identico al passato e saldamente in mano ad un solo gestore delle linee, Telecom).
Per queste ragioni abbiamo pensato -utilizzando i dati Istat- di ricalcolare l'indice, non escludendo o includendo i tabacchi (come arcaicamente -e inutilmente- continua a fare l'Istat, ma che aveva un senso quando il comparto tabacchi aveva di per se' performance molto diverse dalla media), ma escludendo il comparto Comunicazioni, con la stessa logica dei tabacchi e proprio perche' il suo trend economico ha stimoli non soggetti alle scelte nazionali.
In questo modo l'indice medio, da 2,1 passa a 2,57%. Inoltre c'e' da notare che i comparti di servizi di prima necessita' sono quelli che aumentano maggiormente: 4,3 i Trasporti; 3,7 le abitazioni, acqua, elettricita' e combustibili; 3,0 la sanita'; mentre tra i piu' contenuti -sotto l'unita'- c'e' solo i voluttuari e i prodotti alimentari.
Abbiamo quindi un Paese che, mangiando panini al tartufo e spaghetti e ballando e suonando il mandolino, corre il rischio di andare a piedi, vivere sotto i ponti senza riscaldamento e senza luce, e muore tranquillamente di influenza: tutto sommato e' proprio l'abituale immagine che dell'Italia si continua ad avere nel mondo.
Questa lettura dei dati la affianchiamo all'abituale trionfalismo a cui il Governo ci ha abituati, ripetendoci in continuazione che la situazione e' sotto controllo e che il costo della vita e' contenuto.
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