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INTERNET E LIBERTA' D'INFORMAZIONE
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Comunicato 
9 dicembre 2000 0:00
 


GIU' LE MANI DA INTERNET

Firenze, 9 Dicembre 2000. La giustizia francese e quella degli Usa stanno dando il meglio di se' in questi giorni in materia di liberta' d'informazione, e quelle che sono le garanzie raggiunte, vengono stracciate quando si ha a che fare con Internet. Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Ma vediamo prima i fatti.
Il Tribunale di Parigi lo scorso 6 dicembre ha stabilito che, pur se i reati a mezzo stampa si prescrivono dopo tre mesi dall'aver commesso il fatto, cio' non vale per Internet, perche' la Rete ha "come oggetto e come risultato, quello di consentire un immediato e costante accesso a documenti che verrebbero gradualmente dimenticati, ma che il progresso tecnico rende permanente nella memoria degli uomini"; il web sarebbe assimilabile ad una "pubblicazione continua", per cui la riproduzione di scritti e archivi "si configura, di conseguenza, come una permanenza d'infrazioni".
Un giudice dell'Illinois/Usa ha condannato per "controllo negligente" il padre di una ragazzo di tredici anni che, sul proprio sito Internet, aveva diffamato una compagna di scuola, con un montaggio fotografico che la faceva apparire nuda durante un rapporto sessuale: 50 mila Usd e' la cifra chiesta come indennizzo.
Due sentenze recenti che cominciano a cumularsi a molte altre (dove i francesi si distinguono per quantita' e fantasia, come con quella a Yahoo perche' oscuri, per i navigatori francesi, l'accesso ad alcuni siti in Usa che vendono cimeli nazisti), e che cominciano a dare l'idea di come la giustizia e le leggi oggi annaspino a star dietro al fenomeno Internet.
Da una parte (giustizia francese) si stabilisce che l'informazione in Internet e' scevra dalle leggi a garanzia del funzionamento e della velocita' di applicazione della giustizia, dall'altra (giustizia Illinois/Usa) si stabilisce la necessita' di un controllo e l'esercizio di una responsabilita' ai limiti dell'impossibilita' di esercitarli (in Internet, per l'appunto): i diritti e i doveri non possono essere cose teoriche o addirittura astratte, ma solo pratiche.
Anche in considerazione del fatto che la legge francese su cui il giudice ha emesso la sentenza e' del 1881 (!), e' evidente che tutto il castello giuridico con cui si cerca di redimere le contese in Internet, non solo e' inadeguato e inutile, ma e' soprattutto dannoso, ad Internet stessa oltreche' ai suoi navigatori. Ve l'immaginate un babbo che dovrebbe controllare tutto cio' che vede e scrive suo figlio in Rete, oppure l'assenza di prescrizione per qualunque presumibile reato cosa provocherebbe nel funzionamento della giustizia, in Francia come in qualunque altro Paese?
Sembra quasi che, in assenza (voluta e meditata) di una presa d'atto dell'extraterritorialita' anche giuridica di Internet, si stiano cercando tutte le strade per farsi male, su Internet quanto nel non-virtuale. E il fatto che sempre piu' giuristi internettizzati solo dall'informazione che parla della Rete, ma non da informazione in Rete, stiano cercando di inserire il fenomeno Internet ognuno nelle leggi del proprio Stato nazionale, rende la prospettiva ancora piu' oscura e pericolosa.
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