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INTERRUZIONI ELETTRICHE E MULTA AUTORITA'
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Comunicato 
9 maggio 2001 0:00
 


QUALCUNO HA CHIESTO LE DIMISSIONI DI TESTA E TATO'?

Firenze, 9 maggio 2001. L'Autorita' per l'energia ha comminato una multa di 90 miliardi all'Enel, perche' avrebbe mentito sulla entita' delle interruzioni di servizio in Campania, Sicilia e Calabria, diminuendo dell'80% l'entita' degli stessi.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Si potrebbe dire che tutti i nodi vengono al pettine, anche se, viste le circostanze, ci sentiamo come se sparassimo sulla Croce Rossa. Come meglio definire il servizio dell'Enel nei confronti degli utenti finali, con l'aggravante delle menzogne che hanno distribuito per cercare di far meglio digerire il suo monopolio arrogante? E' cosi' per un'azienda di proprieta' pubblica che utilizza gli utili per la sua politica di multiutilities e non per migliorare il servizio.
Quante Southern Water (l'azienda britannica che l'Enel ha intenzione di comprare per 2.500 miliardi di lire) sono costate le 9 ore annuali di buio della regione Calabria o quanti acquedotti pugliesi sono costate le 7 ore di buio della Sicilia?
E a nulla vale la giustificazione dei numeri che il presidente Chicco Testa elargisce: quel suo decantare il 43% di investimenti complessivi nella qualita' del servizio in quelle regioni a fronte di consumi che sono solo il 26%. A parte che non sappiamo a quale investimento complessivo non percentuale faccia riferimento quel 43%, ma sicuramente e' insufficiente visti i risultati, e non crediamo di essere estremisti nel credere che sarebbe stata una cosa migliore se gli utili fossero stati utilizzati per migliorare il servizio invece di affermare il nuovo modello IRI della politica multiutilities, e magari anche far diminuire le tariffe che, invece, sono le uniche che crescono a livelli piu' che doppi rispetto al tasso inflazionistico.
La multa dell'Autorita' non ci impressiona piu' di tanto, perche' sappiamo che sono soldi che lo Stato leva a se stesso (l'Enel per l'appunto) per eventualmente ridarli alla stessa Enel in caso di difficolta'. Quindi il danno e' inesistente, anche dal punto di vista dell'immagine, perche', oltre agli stomaci foderati di metallo che caratterizzano gli amministratori del denaro pubblico, rimane il fatto che il servizio elettrico e' erogato in regime di monopolio, per cui nessuno, per esempio, potrebbe minacciare l'Enel di non rinnovargli il contratto per mancanza di trasparenza e onesta'. Non solo, ma ci mettiamo la mano sul fuoco, nessuno avanzera' la richiesta di dimissioni del presidente Chicco Testa e dell'amministratore delegato Franco Tato': e' il capitalismo liberista nella versione italiota, che dovrebbe fare gli interessi dei consumatori ma si limita a sfruttare questi ultimi per i soli interessi di chi gestisce il potere politico e quest'azienda stessa: cioe' comportamenti privati per azioni pubbliche.
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