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LEGITTIMITA' DI POSIZIONE DOMINANTE
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Comunicato 
6 maggio 2000 0:00
 


LO STABILISCE LA CASSAZIONE FACENDO PRESAGIRE LE SUE PROSSIME APPLICAZIONI, A DANNO DI EFFICIENZA, QUALITA' E CONCORRENZIALITA' PER GLI UTENTI.

Firenze, 6 Maggio 2000. Una sentenza della Corte di Cassazione (5087 del 2000) ha stabilito che gli interventi pubblici, pur se distortivi del mercato perche' messi in opera usando una posizione dominante, sono legittimi.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Non si puo' dire che il gioco non sia aperto e che, soprattutto, le poche regole che sussistono, siano costantemente suscettibili di modifica in corso d'opera: un buon metodo per girare costantemente su se stessi.
Una logica terrificante quella della Corte romana, grazie alla quale qualunque politica di de-monopolizzazione potrebbe tranquillamente essere spazzata via, insieme a tutte le Autorita' Garanti che sono state create alla bisogna.
In base a questa logica, chi non potrebbe sostenere che, per esempio, in una gara per l'assegnazione di licenze per frequenze particolari (Umts, sempre per esempio, la cui applicazione non puo' non rispondere a quelle stesse "esigenze collettive" della nostra sentenza della Cassazione) un'azienda, piuttosto che un'altra, sia meritevole di finanziamenti da parte dello Stato per partecipare alla gara miliardaria che dovrebbe fra un po' essere bandita? Quest'azienda potrebbe fornire allo Stato piu' garanzie di un'altra per le tariffe basse di accesso al servizio.
Un'ipotesi non tanto campata in aria, con risvolti che possiamo facilmente immaginare, considerati i metodi che lo Stato ha per accertarsi sulle "garanzie" che un'azienda gli puo' fornire, e -soprattutto- sulla durata temporale di queste "garanzie".
Abbiamo fatto l'esempio dell'Umts, perche' e' un terreno ancora vergine, ma non e' difficile -per spiegare i risultati su efficienza, qualita' e concorrenzialita' per gli utenti- ipotizzare quello che, in passato e oggi, succede con Enel, Sip/Telecom, Autostrade, Poste, AgipIp, Fs, Alitalia, etc….
Una sentenza che arriva proprio nel momento giusto, a dar man forte ad uno Stato intrecciato e legalmente sempre piu' scoperto sul fronte di quella de-monopolizzazione che sta applicando solo cambiando i nomi agli attori, e lasciando inalterati i meccanismi anti-mercato.
Per fortuna una sentenza non fa primavera? Sarebbe un motto valido, ma dobbiamo ricordarci che, pero', fa giurisprudenza. E nel Paese in cui la legge e la giustizia non conoscono primavere, ma vengono applicate quasi esclusivamente in base a giurisprudenza e decreti, e non al Diritto, lavorare sulle ipotesi -come abbiamo fatto noi sopra- non e' un mero gioco di fantasia, ma diventa un calcolo di probabilita' con buone dosi di successo. Prepariamoci a tempi bui.
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