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Liberalizzazione commercio. I cattivi esempi di Firenze
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Comunicato di Vincenzo Donvito
8 marzo 2016 14:45
 
 Per aprire una nuova attività alimentare o di somministrazione nel centro storico sarà obbligatorio il 70% di prodotti di filiera corta o del territorio. Lo ha deciso oggi la giunta di Palazzo Vecchio, facendo riferimento al catalogo della Regione Toscana, che comprende prodotti di qualità dell'agroalimentare toscano certificati con i marchi europei di denominazione di origine protetta (Dop) e indicazione geografica protetta (Igp) e al catalogo dei prodotti agroalimentari tradizionali (Pat) (1).
E' evidente che gli amministratori della citta' di Firenze non si rendono conto delle leggi che esistono a livello nazionale e comunitario che, in merito, dicono proprio il contrario. Motivo per cui non escludiamo che al primo ricorso in merito al Tar, il tribunale amministrativo si possa esprimere bocciando questo provvedimento monopolista e protezionista.
Se esiste un problema di far mantene al centro storico della citta' un assetto ed una estetica che riesca a meglio qualificare il prodotto Firenze in senso commerciale, turistico e culturale, non crediamo che il metodo sia quello dell'arroganza. Infatti non ci viene altro in mente se pensiamo che una pubblica amministrazione, per credere di affermare se stessa, non trovi di meglio che violare le leggi, e poi proprio quelle leggi che hanno consentito e consentono al settore del commercio di non sprofondare ben oltre il medio e diffuso trend di crisi. Il maggiore risvolto che un provvedimento del genere comportera', sara' l'aumento dei prezzi, di quei prezzi che gia' oggi, nel centro della citta' gigliata, fanno a gara con quelli di Venezia per essere tra i piu' alti della Penisola, nonche' piu' alti anche di quelli del centro di Manhattan/New York. Comunque, se cosi' il Sindaco intende meglio attirare i turisti piu' facoltosi, forse e' bene che rifletta sul fatto che questi ultimi non sono cosi' fessi come lui crede: comprare una bottiglina d'acqua a 3 euro come spesso accade nel centro di Firenze (mediamente a Mahnattan costa 1,5/2 Usd), anche se un turista e' facoltoso, non vuol dire, per l'appunto, che sia un fesso. E questo aumento dei prezzi si verifichera' per tutti i prodotti: chissa' come faranno quelli che vendono pizza al taglio, visto che le mozzarelle piu' buone in assoluto sono tutt'altro che della Toscana, o quelli che fanno panini al prosciutto dove, pur se questo prodotto toscano e' buono, compete male coi suoi cugini dell'Emilia. Esempi ne possono essere fatti a iosa, ma crediamo di aver fatto capire il concetto. La qualita' non nasce solo dal territorio o dal cosiddetto chilometrozero, ma da altre combinazioni, sopratutto -e questo e' cio' che sembra mancare nella cultura economica degli amministratori gigliati- dalla concorrenza; dalla liberta' di scelta dei consumatori e degli imprenditori e commercianti. Il protezionismo e il monopolio -a nostro avviso e non solo- provocano effetti diametralmente opposti, in chi propone e in chi offre. Poi, ovviamente, se gli amministratori di Palazzo Vecchio vogliono far si' che il centro della loro citta' sia una sorta di Disneyland della qualita', forse hanno fatto la scelta giusta. Ma Disneyland e' per l'appunto Disneyland, cioe' un mondo irreale e della fantasia, che e' proprio cio' che non serve al mercato, anche quello della qualita'.


(1) qui il provvedimento 
 
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