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LIBERALIZZAZIONE E POLITICHE DEI PREZZI
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Comunicato 
28 aprile 2000 0:00
 


INVERTIRE LA TENDENZA. CI SI DIA DEI BUONI MOTIVI PER PAGARE LE TASSE. APPELLO DELL'ADUC AL NEO-PRESIDENTE AMATO

Firenze, 28 Aprile 2000. Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Abbiamo deciso di rivolgere un pressante appello al neo-presidente del Consiglio dei ministri, perche' quello che succede potrebbe portarci oltre il baratro.
Parliamo della politica di liberalizzazione dell'economia e, di conseguenza, di quella dei prezzi.
I provvedimenti che in questi ultimi anni sono stati presi dai Governi, hanno portato ad un peggioramento della situazione, con un'unica eccezione -lodevole, ma unica: il settore delle Telecomunicazioni. Troppo poco per comunicare quella fiducia e certezza grazie alle quali il consumatore e l'utente si sentono disposti a spendere e ad essere soddisfatti delle tasse che pagano per la qualita' e quantita' di servizi che gli vengono resi come contropartita.
Le liberalizzazioni in corso (dall'Enel alle Fs, passando per le Poste) sono tutte riorganizzazioni aziendali, dove la presenza dello Stato e' preponderante e condizionante il mercato. Di conseguenza le politiche dei prezzi ne soffrono molto, arrivando fino al parossismo dello sconto fiscale temporaneo (il caso della benzina), che viene prorogato di mese in mese e che non e' riuscito nel suo scopo di scoraggiamento degli aumenti.
L'Autorita' per l'energia si e' trasformata in una novella Iri che scoraggia forme di promozione e concorrenza. Il settore assicurazioni -oggi sotto la lente comunitaria per presumibile illegittimita' del provvedimento- viene blandito con una legge che blocca gli aumenti creando danno per assicuratori e utenti: i primi penalizzati dagli alti costi a cui devono far fronte e dall'impossibilita' di chiedere al mercato un aiuto, i secondi altrettanto penalizzati dai tetti risarcitori che stabiliscono a priori il valore massimo del loro danno.
Non e' un caso che oggi, anche per questo, il cambio della nostra moneta verso il dollaro Usa (e del tragico Euro) e' ai piu' alti livelli registrati nella storia (non siamo economicamente credibili nel mercato internazionale): un bene per chi lavora in alcuni settori, ma un danno generale per i prezzi al consumo e i costi dei servizi, tutti dipendenti da materie prime e logiche economiche dove la stabilita' della moneta Usa rappresenta il calmiere.
Al di la' dello stupido gioire di qualcuno per qualche liretta che viene rosicata con provvedimenti che farebbero impallidire anche il piu' convito monopolizzatore, proprio per l'interesse dei consumatori e degli utenti, vorremmo guardare piu' in la', chiedendo provvedimenti non tampone ma di largo respiro, su cui far montare la fiducia dei consumatori e degli amministrati nei confronti dello Stato e delle istituzioni.
Chiediamo, sostanzialmente, dei buoni motivi per pagare le tasse, perche' non crediamo di essere estremisti nel registrare che, per come si e' fatto fino ad oggi, di questi motivi se ne percepiscono sempre meno.
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