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LOTTA ALL'INFLAZIONE
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Comunicato 
14 marzo 2000 0:00
 


IL DIRETTORE CENTRALE DELL'ISTAT HA LA RICETTA: INFORMARE I CONSUMATORI. PECCATO CHE VENGA DA PARTE DEL MAGGIORE RESPONSABILE DELLA MANCANZA DI INFORMAZIONE E CHIAREZZA SUI CONSUMI DEGLI ITALIANI.

Firenze, 14 Marzo 2000. Il direttore centrale dell'Istat, Enrico Giovannini, presentando un rapporto sull'economia nel Mezzogiorno, ha fatto una proposta che, a suo avviso, sarebbe risolutiva dei danni dell'inflazione sui consumatori: informarli dei costi nei settori considerati determinanti nell'aumento delle percentuali inflazionistiche, che, oltre al petrolio, sarebbero assicurazioni, alberghi e servizi in generale.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
E' sintomatico che questa proposta venga da uno dei massimi dirigenti dell'Istat ….. ed e' preoccupante, perche' la funzione primaria dell'Istituto governativo e' proprio quella di informare con l'uso della scienza statistica. Viene spontanea una domanda: chi meglio dell'istat dovrebbe informare i consumatori? E soprattutto, chi meglio dell'istat ha gli strumenti per farlo, visto che non ha problemi di far quadrare i bilanci e puo' spendee anche tanto?
La proposta di Giovannini suona quasi come una beffa, e si ascrive nel metodo molto diffuso di fare proprie alcune esigenze diffuse, manipolarle facendo il contrario, e spacciarle per quello che non sono, con l'aggravante che tutto cio' viene fatto con i soldi dei contribuenti e dietro diretta delega del Governo.
L'Istat e' proprio l'Istituto per eccellenza che dovrebbe svolgere quelle funzioni che il suo direttore centrale lamenta come carenze. Non solo, ma su questo Istituto grava il fatto che fornisce cifre ufficiali sulle quali si modellano tutte le scelte del Governo e non solo, e sono ricerche e indagini pagate dagli stessi attori della ricerca. E' come se un'azienda privata avesse un suo istituto di statistica a cui demandasse le indagini per capire quanto e' efficace o meno il suo operare, e poi utilizzasse questi dati per vendersi meglio sul mercato: un minimo dubbio di faziosita' sarebbe legittimo anche nel piu' sprovveduto acquirente. Il concetto di autonomia e indipendenza delle statistiche, e' estraneo all'Istat.
A questo si aggiunga anche la poca credibilita' dei dati che vengono diffusi, perche' basati su elementi desueti e spesso non rispondenti alla realta' dei consumi e delle spese di utenti e consumatori (valga per tutti l'esempio -per la determinazione della percentuale inflazionistica- sull'assenza dei costi dei vari bolli nel paniere, mentre ci sono racchette da tennis e non le palle sempre da tennis, e i guanti da uomo … ma non quelli da donna: un paniere che spesso e' anche lo zimbello dei nostri partner europei)
Insomma una proposta "non proposta", quella di Giovannini, perche' a farla -pur nella sua banale semplicita'- e' uno dei maggiori responsabili della mancanza di informazione e chiarezza sui consumi degli italiani.
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