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MUCCA PAZZA: ECCOLA ANCHE SULL'UOMO IN ITALIA: IL PRIMO CASO IN ABRUZZO!
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Comunicato 
30 dicembre 2000 0:00
 

MENTRE STANNO PER PARTIRE CON RITARDI JURASSICI I MINIMI PROVVEDIMENTI, E' BENE CHE OGNUNO FACCIA DA SE', A PARTIRE DAL NON MANGIARE LA CARNE BOVINA Firenze, 30 Dicembre 2000. E' il primo caso accertato di variante umana del morbo della mucca pazza che si registra in Italia. La notizia, in un Italia sonnacchiosa che pare pensi solo al cenone di capodanno e alle relative feste, arriva dalla citta' de L'Aquila, dove un signore di 77 anni sta morendo in condizioni atroci, dopo che la certezza della malattia e' stata diagnosticata da una clinica specializzata di Milano dove il signore abruzzese era stato trasferito per decisione dei familiari.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Uno schiaffo a tutte le dichiarazioni rassicuranti che in questi mesi di sbornia d'informazione su mucca pazza, i responsabili dei ministeri delle Politiche Agricole e della Sanita' ci hanno propinato. E purtroppo un conferma dei nostri allarmi che, dal 1996, abbiamo ritmicamente ripetuto dopo aver constatato la leggerezza della Commissione Europea in materia, fino alla sospensione per decreto dell'embargo alla carne britannica dello scorso agosto 1999.
Ormai tutti sanno molto del fenomeno mucca pazza, e sembrano rassicurati perche' dal prossimo gennaio partiranno i controlli …… ma prima, cioe' fino ad oggi, cos'e' successo? Probabilmente non lo sapremo mai, ma parla il fin di vita del signore abruzzese e le incerte patologie delle decine di persone che ogni anno muoiono per la malattia di Creutzfeldt-Jakob, che ci si dice essere correlata con la variante umana del morbo della mucca pazza solo per gli effetti …… ma le cause non sono certe ne' nella variante animale ne' in quella umana della mucca pazza, cosi' come per la Creutzfeldt-Jakob.
Questo accade mentre in Germania, dove i controlli sono gia' cominciati, i capi malati spuntano ogni giorno e si accusa l'Italia in quanto fornitrice di farine sospette (con tanto di smentite, che pero' valgono come quelle del patriota che per la patria e' disposto anche a morire: un fenomeno nuovo in Italia che si e' solo alacremente diffuso da quando devono essere difesi una serie di sistemi italiani di produzione che non danno il massimo delle certezze sanitarie).
E con i controlli minimi che partono, i primi risultati, come ci ha sempre ricordato il ministro della Sanita', si avranno solo fra un paio di anni. Nel frattempo? Il morbo e' tra noi! E il nostro sistema sanitario, avendo toppato negli anni passati perche' ha voluto star dietro alla politica miope della Comunita', non ci da' molto affidamento. Nell'attesa che le cose cambino, rimane un solo valido consiglio, quello di non mangiare carne di orgine bovina. Ci rendiamo conto: non e' il massimo dei consigli, visto il livello di ramificazione della produzione in cui sono presenti carni e tessuti bovini, e visto il non allarmistico timore che il fenomeno non riguardi solo la carne bovina, ma e' sicuramente un primo passo per rischiare il meno possibile, anche per indurre se stessi verso comportamenti alimentari che rispondano meglio alla propria necessita' di sicurezza sanitaria, nonche' ad un'etica individuale spesso decantata ma poco vissuta.
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