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MULTA ANTITRUST AI PETROLIERI
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Comunicato 
13 giugno 2000 0:00
 


TANTO CHIASSO PER NULLA! L'AUTORITA' IGNORA CHE IL SUO STIPENDIO VIENE ANCHE DAI PROVENTI AZIENDALI DI CHI LEI HA CONDANNATO?

Firenze, 13 Giugno 2000. Continuano i "botta e risposta" tra i pro e i contro la multa di 640 miliardi di lire, comminata dall'Antitrust ai petrolieri dell'Up. A parte il gioco bizzarro di chi crede che la quantita' in denaro della multa sia di per se' levatrice di liberta' e mercato, resta il fatto che si continua -da tutte le parti- a far finta di essere, per esempio, nel mercato Usa.
Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Auspicando che un giorno vivremo in un Paese in cui i giudici facciano i giudici, cosi' come le Autorita' facciano le Autorita', esprimendosi con sentenze e basta, lasciando a chi e' coinvolto in queste sentenze di esprimersi e dibattere, senza ulteriormente affinare e spiegare quello che -almeno nel caso in oggetto- e' stati frutto di una decisione collegiale …. in attesa di questa conquista di senso e organizzazione civica, ribadiamo che ci sembra che, Antitrust da una parte, e osannatori della sua sentenza dall'altra, stiano giocando a considerarsi in un libero mercato.
Che lo facciano alcuni politici e organizzazioni consumeristiche, non ci stupisce piu' di tanto, perche non e' detto che tutti si debba essere per questo libero mercato. Ma che lo faccia -e ribadisca con le interviste- il presidente dell'Antitrust, ci lascia quantomeno perplessi.
Ci riferiamo ad un passaggio dell'intervista che Giuseppe Tesauro ha rilasciato oggi al piu' venduto quotidiano d'informazione, li' dove dice, riferendosi alle pressioni che il Governo ha esercitato perche' fossero raggiunti accordi tra le parti (petrolieri e gestori): "…. non vuol dire affatto che l'esecutivo abbia costretto le compagnie petrolifere ad organizzare un cartello orizzontale tra loro o ad organizzare i rapporti economici con i gestori in modo da violare la legge".
Il presidente Tesauro ignora che l'azienda che e' stata maggiormente multata e' l'Agip-Ip, e che questa e' un'azienda di Stato, che in Italia vuol dire Governo? Non crediamo che lo ignori. Ma crediamo, invece, che si sia solo adeguato al giochino italiano delle privatizzazioni e liberalizzazioni, dove il ruolo dello Stato monopolista e' rimasto immutato: prima deteneva il potere e il 100% del mercato, oggi continua a detenere il potere ma ha ceduto parte del mercato, "competendo" con alcuni privati attraverso aziende interamente controllate da lui (come nel nostro caso) o dove lui e' presente con oltre il 50% delle azioni o con percentuali minori ma con il potere di golden share. In questo mercato le regole le fa lo Stato (facendo anche pressioni sugli altri -come dice Tesauro) per se stesso, che, comunque, come azienda a scopo di lucro, ha il dovere verso se stesso di lucrare a dispetto dei concorrenti. Abuso di posizione dominante? Si!
L'anomalia italiana del mercato, non e' quindi secondaria per valutare l'impatto della sentenza dell'Antitrust, e le reali possibilita' che offrirebbe per creare vantaggi ai consumatori.
I riferimenti alle simili Autorita' oltreoceano, sono quindi azzardati, perche' non crediamo che al Tesauro americano, lo stipendio sia pagato anche grazie ai proventi di chi lui ha riconosciuto colpevole di cartello anti-concorrenza.
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