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MULTE UE PER L'ITALIA ASSISTENZIALISTA E INCAPACE
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Comunicato 
1 febbraio 2001 0:00
 


I CONSUMATORI PAGHERANNO DUE VOLTE PER LE SCELTE SBAGLIATE … CHE CONTINUANO IMPERTERRITE SULLA NUOVA EMERGENZA DEL MOMENTO, LA MUCCA PAZZA.

Firenze, 1 febbraio 2001. Lo scorso fine ottobre 2000, la Commissione Ue aveva messo in mora l'Italia per non aver ottemperato ad una sentenza della Corte Europea di Giustizia del 1998 sul recupero di centinaia di miliardi di sgravi fiscali concessi agli autotrasportatori; crediti d'imposta (nel 1992 erano 275 miliardi, mentre nel '93 e '94 ammontavano a 900) che erano stati giudicati incompatibili con le norme dell'Unione. Il Governo sembrava avesse in programma l'approvazione, da parte del Parlamento, di un disegno di legge ad hoc (decisamente impopolare rispetto al trend generale del Governo in materia economica), ma non ha fatto nulla ed ha fatto scadere, la settimana scorsa, i due mesi di tempo che gli erano stati concessi per una risposta. La Commissione ha fatto sapere che, preso atto del silenzio, procedera' come di norma. E non c'e' solo un'ammonizione, ma anche una pesante multa, cosi' come e' stato chiesto ai magistrati della Corte di Giustizia: una sanzione che aumenta ogni giorno di piu' rispetto alla scadenza non mantenuta.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Questa vera e propria mazzata arriva in un momento peculiare per questo tipo di politiche, a cui il nostro Governo e' molto affezionato, tant'e' che vi basa tutte le sue scelte economiche, che sono sempre emergenziali, come i contributi alle categorie -responsabili insieme a lui- dell'emergenza mucca pazza (anche se questa volta ha il placet del Consiglio dei Quindici, che' si sente responsabile per non aver ottemperato nei tempi e nei modi ai consigli della Commissione gia' da meta' degli anni '90).
I nodi vengono al pettine, e sono sempre per la concessione casuale a questa e a quell'altra corporazione che fa la voce grossa, per assicurarsi la tranquillita' del momento, non vedendo oltre la lunghezza del proprio naso, e ritrovandosi, alla fine, con un groviglio dove l'unica evidenza e' l'incapacita'.
Anche questa volta il consumatore sara' il solo a pagare, e piu' volte per la stessa questione: oltre agli sgravi fiscali dell'epoca (che sono stati fatti pagare con l'aumento soprattutto dei servizi erogati in regime di monopolio e di prezzi controllati, che' sono quelli che lievitano ben oltre i livelli inflazionistici), paghera' per questa multa che -vista la situazione elettorale e l'impopolarita', in termini di demagogia, che un provvedimento per evitarla avrebbe- e' impossibile che non si fara' comminare.
Cosi' come oggi il consumatore sta pagando con l'aumento dei prezzi dei prodotti "alternativi" alla carne bovina, e domani continuera' a pagare con il recupero che l'Erario dovra' necessariamente fare dopo gli indennizzi per l'abbattimento dei bovini malati o a rischio (una spesa che, tra l'altro, e' oggi imprevedibile, viste le incognite che ci sono sui risultati dei rilievi Bse, i cui primi risultati di una certa portata si potranno cominciare ad avere solo dopo il mese di giugno).
Una situazione paradossale e verso un'unica direzione, perche', nel momento in cui tutti i politici dicono di mostrare attenzione per i consumatori, sono proprio questi ultimi ad essere piu' penalizzati. La moda di considerare -lessicalmente e basta- il consumatore, sta mostrando tutta la sua vacuita' e strumentalizzazione per le solite politiche che non danno potere al mercato e ai consumatori, ma solo allo Stato e ai suoi gestori.
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