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MUTUI USURAI: PETIZIONE AI PRESIDENTI DI CAMERA E SENATO
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Comunicato 
5 gennaio 2001 0:00
 


NO AL DECRETO. SI' ALLA RINEGOZIAZIONE INDOTTA DALLA BANCA D'ITALIA
Perche' trasformare la legge in una sorta di sentenza ordinatoria di un mero contenzioso?
Quale civilta' giuridica il governante e il legislatore vogliono indicare al cittadino?
Perche', in virtu' di questo precedente, domani un Governo e un Parlamento, a fronte di una crescita dei tassi, dietro forte pressione delle banche, non potrebbero prendere analogo provvedimento imponendo la rinegoziazione ai consumatori?

Firenze, 5 gennaio 2001. Questo il testo inviato a Luciano Violante e Nicola Mancino.
Gentile Presidente,
le inviamo questa petizione, perche' il dibattito che questo ramo del Parlamento si appresta ad aprire sul decreto governativo dello scorso fine dicembre sui tassi dei mutui usurai, possa avvalersi anche del contributo della nostra associazione, oltre a quello di chi, accorpato nel Consiglio nazionale dei consumatori presso il ministero dell'Industria, ha gia' fatto altrettanto. L'Aduc, per scelta politica, non fa parte di questo Consiglio perche' non ritiene opportuno farsi presiedere da chi dovrebbe essere la sua controparte, ma non crediamo che questo infici la possibilita' di un nostro contributo al difficile e urgente confronto parlamentare in materia.
Gentile Presidente, il decreto e' anomalo e preso in un contesto di urgenza ed emotivita' simile a quello del 1996, quando fu approvata la legge per combattere l'usura. Poiche' quest'ultima non ha sortito tutti i sui effetti, crediamo che ci siano buone possibilita' che altrettanto succeda con questo decreto.
Ci preoccupa l'intervento del Governo e del Parlamento per modificare accordi fra privati, presi nel rispetto delle leggi dell'epoca. Un intervento che appare anche distorsivo e punitivo rispetto all'attuale situazione di erogazione del credito: il tasso di rinegoziazione fissato a 12,21% e' piu' alto rispetto a quello stabilito trimestralmente dalla Banca d'Italia (10,95% in questo trimestre).
Quale civilta' giuridica il governante e il legislatore vogliono indicare al cittadino? Forse la legge ha perso valenza educativa con ispirazione alla Carta Costituzionale, trasformandosi in una sorta di sentenza ordinatoria di un mero contenzioso? Ci faccia sperare, signor Presidente, di avere un Governo che governi rispetto alle leggi fatte e discusse dal Parlamento.
Puo' una sentenza della Corte di Cassazione (quella del 17/11/2000 n.14899) assurgere in assoluto ad indicazione legislativa? Non sarebbe meglio si limitasse a quello che e', con l'aggiunta dello stimolo -anche da parte delle autorita' dello Stato- agli organi preposti (Banca d'Italia) perche' invitino le controllate (banche) a sanare cio' che la nuova legge sull'usura ha trasformato in anomalia? Perche' dare forma giuridica alla rinegoziazione, legittimando la violazione di liberi accordi tra le parti? Non giudica questo, signor Presidente, un precedente insidioso per la costruzione di quella certezza del diritto a cui ognuno di noi aspira? Perche', in virtu' di questo precedente, domani un Governo e un Parlamento, a fronte di una crescita dei tassi, dietro forte pressione delle banche, non potrebbero prendere analogo provvedimento imponendo la rinegoziazione ai consumatori?
Per queste ragioni, signor Presidente, le rivolgiamo questa petizione: perche' , grazie all'anomalia scoperchiata dalla sentenza della Cassazione, si consideri la possibilita' e l'opportunita', non solo di soddisfare i mutuatari direttamente interessati, ma di dare un costrutto giuridico che impedisca il rinnovarsi di queste situazioni.
Percio' -consci che a questo nuovo costrutto giuridico si potra' metter mano solo nella nuova legislatura alle porte- le chiediamo di comunicare la nostra richiesta di non approvazione del decreto, senza trasformazioni di sorta dello stesso, perche' -per i motivi sopra enunciati- sarebbe una sconfitta per i consumatori di oggi e del prossimo domani.

Vincenzo Donvito
Presidente nazionale Aduc
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