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OBIETTORI IN SERVIZIO CIVILE VIGILANTES NEI CONCORSI PUBBLICI: APERTA UN'INDAGINE DEL DISTRETTO MILITARE.
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Comunicato 
20 gennaio 1999 0:00
 
Firenze, 20 Gennaio 1999. Dopo che l'Aduc ha presentato una denuncia alla Procura della Repubblica sul caso degli obiettori di coscienza in servizio civile usati come vigilantes in un concorso pubblico, il Distretto Militare di Firenze ha aperto un'indagine per chiarire i fatti.

Ricordiamo brevemente cos'era successo. Al Palazzetto dello sport di Firenze, lo scorso 18 gennaio, s'e' tenuto un concorso della Sovrintendenza ai Beni Culturali per personale di quinto livello. Circa 2 mila persone, controllate, nello svolgimento del concorso, da 5 obiettori di coscienza in servizio civile sempre presso l'Opificio, che, per l'occasione hanno svolto opera di vigilantes. L'Aduc ha fatto presente alla Procura della Repubblica i suoi dubbi sulla legittimita' del fatto. Nella denuncia si legge: "Gia' e' discutibile tutta l'organizzazione del servizio civile, che in quasi tutti i casi e' un vero e proprio lavoro non pagato (a meno che non si voglia considerare paga le 177 mila lire al mese che un obiettore prende) a vantaggio di enti pubblici e privati, ma in questo caso ci sembra che si sia proprio strabordato. Quale potere ispettivo e di controllo ha un giovane che sta assolvendo ad un obbligo per cui non e' richiesta alcuna qualificazione? Gli obiettori in servizio all'Opificio sono impiegati tuttofare per qualunque stagione? E, soprattutto, quale garanzia di correttezza della sorveglianza hanno avuto i cittadini che partecipavano al concorso? A quale codice di comportamento rispondevano gli obiettori? Quale utilita' sociale o umanitaria (che dovrebbe essere caratteristica del servizio civile sostitutivo di quello militare) aveva la loro sorveglianza?

E siamo giunti ad oggi -dopo che ieri il Distretto militare aveva inviato alcuni ispettori all'Opificio fiorentino- che lo stesso Distretto militare ha convocato gli obiettori per chiedere loro direttamente ragione dei fatti. In un colloquio con un maresciallo, sono stati confermati i fatti di cui sopra, e in particolare che il controllo era per impedire che qualche estraneo entrasse da un'uscita di sicurezza, e che qualche partecipante al concorso si recasse in bagno con borse o involucri sospetti. Alla specifica domanda del maresciallo, se si trattava di un servizio di ausilio a qualcun altro, e' stato confermato che per quel servizio di controllo non c'erano altre persone.

Il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito, che ha depositato la denuncia in Procura, alla luce di questi nuovi fatti, ha aggiunto: "E' una storia di ordinario abuso di amministrazione, che, a differenza di tutte le altre, e' venuta alla luce. Crediamo che siano migliaia gli obiettori di coscienza che potrebbero raccontare storie simili, e far venire a galla le palesi violazioni di legge che, con i soldi dello Stato, vengono fatte ogni giorno a danno di obiettori, lavoratori che si vedono defraudati di potenziali posti di lavoro, e cittadini che in buona fede partecipano a concorsi e che vedono la loro sicurezza e garanzia affidata letteralmente al primo che passa. La ricerca del quieto vivere, pero', e' un grosso freno anche in questo caso, perche' molti tacciono per paura
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