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PETROLIERI E ANTITRUST
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Comunicato 
9 giugno 2000 0:00
 


LA SENTENZA DEI 640 MILIARDI MOSTRA TUTTI I LIMITI DELL'AUTORITA', PERCHE' NON INCIDE SULLE CAUSE CHE HANNO PROVOCATO -E CONTINUERANNO A PROVOCARE- L'AUMENTO DEI PREZZI AL CONSUMO: IL DUOPOLIO UNIONE PETROLIFERA - AGIPIP/STATO, CON QUEST'ULTIMO CHE CONTINUA A DETTARE LE REGOLE PER ENTRAMBI. E PER L'AGIIP LA MULTA E' SOLO UNA PARTITA CONTABILE DI GIRO.

Firenze, 9 Giugno 2000. L'Antitrust ha comminato una multa di 640 miliardi di lire ai petrolieri dell'Up, con l'accusa di aver costituito un cartello sui prezzi della benzina.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Ben venga questa decisione che abbiamo auspicato da diverso tempo, perche', anche se sicuramente non dara' risultati sul prezzo al consumo, serve ad impostare il confronto sul tema in modo piu' appropriato, anche se ancora molto limitato: c'e' un mercato e ci sono coloro che vogliono usarlo artefando le sue regole.
Al di la' delle levate di scudi dei petrolieri, delle minacce di ritorsioni, e degli insoddisfatti sanfedisti che vedono le soluzioni nelle dimensioni delle pene pecuniare, questa sentenza ha messo in luce gli enormi limiti dei poteri dell'Antitrust: non puo' intervenire li' dove viene concepita e alimentata la politica di finta privatizzazione e altrettanto finta liberalizzazione del mercato.
Cosa non e' successo? L'AgipIp e' l'azienda che ha avuto la multa maggiore (1/3 dei 640 miliardi), ma e' una sanzione che per lei non sara' un problema economico, perche' si tratta di una vera e propria partita contabile di giro: questi soldi li dovra' versare a quello stesso Stato che e' il suo proprietario e che, quando i conti non tornano, non ci pensa due volte a decretare un finanziamento a fondo perduto o un'agevolazione.
Gli altri petrolieri sono vittime? Si', in un certo senso, ma per "tirare a campa'" pagano questo prezzo e, nell'ambito del cartello individuato dall'Antitrust, hanno costituito un duopolio: Unione Petrolifera da una parte e AgipIp/Stato dall'altra. Con quest'ultima che detta le regole per se stessa e per gli altri.
Qui l'Antitrust non puo' intervenire, e le conseguenze sono direttamente sulle tasche dei consumatori: anche con questa sentenza non sono mutate le condizioni che hanno portato alla lievitazione dei prezzi, con prospettive, tra l'altro, anche peggiori, perche' in nessun posto -giustamente- e' fatto divieto di aumentare ancora i prezzi al consumo.
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