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PREZZI IMPAZZITI? NO TUTTO REGOLARE.
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Comunicato 
31 agosto 1999 0:00
 

SONO LE POLITICHE ECONOMICHE E I LISTINI DELL'ISTAT CHE SONO IMPAZZITI.
UN INVITO AI CONSUMATORI: FINTANTO CHE LO STATO SARA' CONTROLLORE E CONTROLLATO, NON ASPETTATEVI NULLA, MEGLIO IL FAI-DA-TE SENZA INVESTIRE SULLO STATO.

Firenze, 31 Agosto 1999. Mentre al ministero del Tesoro invitano a non diffondere allarmismi, sull'inflazione un po' tutti cominciano a dare i numeri, da Confindustria a Confcommercio, cercando di emulare chi invece e' tenuto a darli ufficialmente, l'Istat.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Il metodo di chi da i numeri, oltre all'Istat, sembra lo stesso dell'Istituto di Statistica: casuale! Sembra quasi che tutti coloro (aziende private e di Stato) che avevano contribuito a mantenere i livelli inflattivi bassi per consentire all'Italia l'ingresso nei Paesi dell'Euro, assestata la presenza comunitaria con il massimo di visibilita' che si poteva ottenere (la presidenza della Commissione di Romano Prodi), si stiano impegnando per riconquistare il terreno perduto, dando fondo a tutti i meccanismi possibili ed immaginabili per aumentare prezzi e tariffe.
Al di la' dei numeri, siamo in una situazione kafkiana. Le aziende di Stato che gestiscono produzione e distribuzione in regime di monopolio di servizi di primaria necessita' -come l'Enel- hanno utili di bilancio e invece di investirli per abbassare i prezzi dei servizi, investono in telecomunicazioni. La compagnia aerea di Stato, l'Alitalia, alza i prezzi dei biglietti nonostante sia in un mercato dove, per conquistarsi i passeggeri, si lotta sulle differenze di 1000 lire. I prezzi alla produzione di frutta e verdura hanno livelli bassi mai visti negli ultimi decenni, e i prezzi al dettaglio aumentano. I prezzi della benzina all'ingrosso sono piu' o meno stabili mentre i consumi aumentano, e il duopolio Stato/Petrolieri aumenta i prezzi. Le assicurazioni stanno vivendo i primi passi di un mercato libero, e invece di accattivarsi gli utenti anche con prezzi bassi, fanno salire i prezzi alle stelle, aspettando solo che arrivino operatori esteri piu' adusi al mercato che in pochi mesi li spazzino via. La liberalizzazione del mercato telefonico sta procedendo, con operatori che propongono prezzi stracciati, ma lo Stato e la Telecom per meglio ricordare la loro arroganza di padroni del vapore, impongono aumenti sul canone a cui alcuno puo' venir meno, e raschiando il fondo del barile non si rendono conto di programmare la fuga in massa degli utenti dall'operatore ancora pubblico.
E questi sono solo alcuni esempi che confermano l'impazzimento delle politiche economiche in atto e dei listini Istat. C'e' rimedio? Per il momento, semplicemente, non c'e' da fidarsi di cio' che ci dicono, ma solo da organizzare un fai-da-te, un "vivere alla giornata" che, per lo meno, ci evitera' sorprese e delusioni da inutili aspettative.
Il problema e' che fintanto che lo Stato sara' controllore (garante delle regole) e controllato (maggiore azionista, o azionista unico, delle piu' importanti aziende che in regime di monopolio forniscono servizi di primaria necessita'), tutte le sue iniziative saranno poco credibili e destinate a sortire, per gli utenti e consumatori, effetti contrari di quelli proclamati.
I fatti e i numeri di questi giorni ci stanno dando ragione. Pertanto crediamo sia conveniente non dare alcun credito volontario allo Stato, perche' ogni investimento su di
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