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PRIVATIZZAZIONE DELL'ENEL
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Comunicato 
9 novembre 1998 0:00
 

PER I CONSUMATORI CI SAREBBERO VANTAGGI SOLO LIBERALIZZANDO, ED E' PIU' FACILE ARRIVARCI CON LE PROPOSTE DELL'ANTITRUST CHE NON CON QUELLE DEL MINISTRO DELL'INDUSTRIA

Firenze, 9 Novembre 1998. Il confronto sulla privatizzazione dell'Enel e' essenzialmente tra quanto propone il ministro dell'Industria e le osservazioni dell'Antitrust. Il primo chiede che il monopolista Enel ceda, in cinque anni, 12 dei 60 mila megawatt che produce, mentre l'Antitrust chiede che siano 30 mila entro il 2001.
Interviene l'Aduc, per voce del suo presidente nazionale, Vincenzo Donvito:
Le proposte e il confronto ignorano le utenze domestiche, che, in ambito di esclusiva privatizzazione avrebbero ben pochi vantaggi, perche' di riduzione di costi finali, nessuno ne parla e, soprattutto, nessuno la prende in considerazione, perche' si limitano a operazioni finanziarie che evitino un richiamo dell'Ue rispetto agli impegni presi. Mentre nell'ambito della privatizzazione dei telefoni si e' aperto un mercato con vantaggi per il consumatore finale, altrettanto non succede e non succedera' per gli utenti del servizio elettrico. Infatti questi ultimi hanno un costoso servizio dal monopolio, e quindi non possono non guardare di buon occhio la sua dismissione; ma se questa avviene senza alcun vantaggio economico, a cosa serve? Noi abbiamo il sentore che sia il solito passaggio di poteri nominali, e non una immissione su un mercato dove liberamente si vende e si compra, cosi' come e' stato per l'Azienda Fs e, nei fatti -grazie al potere di golden share e al limite massimo di azioni vendibili- per Telecom.
Il problema e' che il processo in corso e' di esclusiva privatizzazione del mercato, e non di liberalizzazione: si consentira' che cio' che veniva fatto in precedenza lo possano fare anche alcuni ben scelti privati (o presunti tali), ma non avremo un mercato competitivo, con offerte differenziate a cui il consumatore potra' indirizzarsi rispetto alla sua convenienza.
In questo processo di finta apertura dei mercati, per i consumatori e' senz'altro preferibile la proposta dell'Antitrust, che' l'Enel ceda 30 mila megawatt di produzione e non solo 12. Infatti l'efficienza degli impianti Enel e' molto bassa (38%), e si puo' presupporre che quanto piu' spazio nella produzione avranno altri soggetti, maggiore sara' l'efficienza. E siccome l'85% della tariffa sulla bolletta copre i costi di produzione, si puo' presupporre che, diminuendo questi ultimi grazie ad una maggiore efficienza degli impianti, dovrebbe diminuire anche la bolletta.
Una cosa quindi e' certa: meno Enel ci sara' nel nostro futuro energetico, minori saranno i costi che i consumatori sosterranno. Per questo, in attesa di una liberalizzazione del mercato, la
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